Page 98 - Il Gruppo di Combattimento "Cremona" nella Guerra di Liberazione
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Perditenemiche: - morti: 20 (trovati sul terreno, ma è cer- to che il nemico potè .sgombrarne non pochi altri) - feriti : 18
- prigionieri: 313.
Venne inoltre catturata un'ingente quantità di armi, munizioni
e materiale vario.
Perdite nostre: - morti: 12 (di c.ui un ufficiale) - feriti: 78 (di
cui 4 ufficiali).
.. Mi sembra ora opportuna qualche considerazione.
{.;ome ho già detto, l'azione doveva venire compiuta nello stes- so pomeriggio del giorno 2 marzo. Invece fu necessario anche il. giorno 3 e forse, senza, J'opportuna decisione del coloimello Ferra- ra, sarebbe stato necessario combattere a,nche il giorno 4, con tutti i possibili imprevisti. La preparazione era stata fatta con molta cu- ra, i mezzi calcolati con dovizia, i fanti avevano attaccato con
gagliardo impeto; ma, con tutto ciò, per le ragioni già esposte, !'obbiettivo non venne conquistato nel tempo fissato. .
Ciò dimostra da .un lato che, in guerra, gioca molto l'im- previsto e dall'altro eh~ un comandante capace e sereno, che eser- citi il necessario ascendente sui propri uomini, può sempre domi- nare la situazione e piegare gli eventi.
Ma un altro aspetto della questione mi preme mettere in evi- denza ed è quello relativo alla « onnipresenza n del Comandante. Questi non può e non deve chiudersi nel suo ufficio e comàndare uomini che vanno alla morte o alla vittoria, senza nemmeno veder-
li. La presenza al Comando è necessaria; ma per quel tanto che •basta per fame funzionare gli organi nel modo voluto e secondo le idee e gli scopi che il Capo ha nella mente; ma, appena possibile,
bisogna recarsi in linea, vedere personalmente .come vanno le <::ose,' come si comportano le truppe, quali nuove necessità possono sor- gere e quali provvedimenti occorre prendere, perchè tutto proceda come l'effettiva situazione. impone. •
Questo è precisamente quello ~he il colonnello Ferrar a ha fat- to, senza per altro invadere il campo del suo subordinato, ten.