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GFDS 42 • Valutare • SPENDOR S3/5R II 43
gia si evolve. È dal punto di vista sonico che gli S3/5R2 possono con qualche ragione vantare dei diritti alla successione delle LS3/5a, perché ne hanno ereditato il fascino e molti dei punti di forza. In più, ne hanno migliorato, e non di poco, i limiti della gamma bassa. Ma procediamo con ordine.
Il cabinet rispetta – come vi dicevo – le dimensio- ni di quello dei minimonitor BBC, ma è costruito secondo i canoni ormai classici della Spendor. I pannelli, infatti, sono piuttosto sottili e di spessori diversi. Appositi rinforzi irrigidiscono l’insieme e controllano la risonanza dei singoli pannelli. In tal modo il cabinet risuona in maniera da annullare le vibrazioni indesiderate.
Gli altoparlanti sono i componenti sui quali la Spendor maggiormente punta per ottenere risultati sonici di assoluto rilievo. Il mid-woofer, montato su un cestello in lega di magnesio, è un driver con un cono di 14 cm in polimero EP39 con ogiva centrale. Il complesso magnetico è stato progetta- to per aumentare l’escursione della membrana e la tenuta in potenza. D’altra parte è questo uno dei modi più efficaci per ottenere una risposta in fre- quenza estesa anche in basso da un piccolo alto- parlante montato in una cassa chiusa di ridotte dimensioni. Il tweeter è un 22 mm Wide Surround, costituito, cioè, da una cupola circonda- ta da uno spesso anello che aumenta la superficie radiante, in modo da accrescere la capacità di scendere in basso senza nulla togliere alle caratte- ristiche del suono della cupola sulle alte frequen- ze. La particolare costruzione degli altoparlanti permette al cross-over, montato su un pannello antirisonante, di intervenire su una frequenza piut- tosto alta (4,5 KHz), in modo da garantire un eccellente livello di coerenza, dato che fino a oltre 4.000 Hz lavora il solo mid-woofer. L’assenza di rotazioni di fase, poi, aiuta a far sì che il passag- gio da un driver all’altro risulti assolutamente naturale e inavvertibile. L’eccellente coerenza degli LS3/5a c’è tutta. L’impedenza nominale è di 8 Ohm, con un minimo di 6,2: le S3/5R2 sono un carico facile per qualunque amplificatore. La risposta in frequenza, in camera anecoica, va dai 75 Hz ai 20 KHz entro 3 dB, il che significa che in ambiente, come le mie prove hanno conferma- to, il limite inferiore si sposta, così ad orecchio, sui 60 Hz. L’efficienza è di 85 dB, che in sé non è altissima, ma per un minidiffusore in cassa chiusa è comunque più che accettabile, anche perché la
potenza applicabile arriva ai 100 Watt. Sul pan- nello posteriore trovano posto due morsetti di buona qualità che permettono il pilotaggio solo in monowiring, come si confà a dei veri monitor. A protezione degli altoparlanti c’è una griglia soni- camente piuttosto trasparente, che consiglio comunque di togliere almeno per gli ascolti più impegnati. Insomma, gli S3/5R2 sono ben proget- tati e ben costruiti, ma nell’aspetto e nelle caratte- ristiche tecniche non hanno nulla di eccezionale. Il suono, però, è tutt’un altro discorso.
Le prove sono condotte nella mia solita saletta dall’acustica ottimizzata per mezzo di DAAD e Tube Traps. Avendo già avuto modo di utilizzare i piccoli Spendor durante gli ascolti di altri com- ponenti, parto dalla presunzione di avere capito che questi minidiffusori hanno in comune con i minimonitor BBC la caratteristica di adeguarsi con assoluta tranquillità alla classe e al suono delle catene a cui sono collegati. Così decido di utilizzare due sorgenti digitali di differente livello qualitativo (e prezzo) e ben quattro amplificazioni di potenza, costo e tipologia diversi. Le sorgenti sono il CDP Advance Acoustic MCX300 (490 euro) e il Sistema 192 (meccanica+ convertitore)
Come
da tradizione, connessioni solo per il monowiring.