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amplificatore capace di tirare fuori 20 buoni watt”. Questa riflessione era probabilmente giusta all’inizio della produzione degli Heresy, ovvero alla fine anni ’50, quando la maggior parte degli amplificatori era a valvole, e semplicemente si desiderava la possibilità della riproduzione di un suono, non la reviviscenza virtuale di un’esecu- zione musicale in casa propria. Solo in seguito si passò dall’ascolto della musica alla replica dome- stica delle condizioni dell’evento originale. La situazione cambiò radicalmente verso metà degli anni ’80: il Doctor Thomas della Musical Fidelity aveva 175 watt a transistor, capaci di smuovere anche le montagne, e riusciva a dare un’idea della dinamica live. Di lì a poco Naim commercializzò il NAIT, amplificatore integrato capace con i suoi 20 watt di pilotare qualsiasi diffusore in commer- cio, perché dotato di una super alimentazione. Da allora era possibile una dinamica vertiginosa anche tra le pareti domestiche. Qualche anno dopo uscirono le serie rinnovate di Rotel, e con questi apparecchi il watt muscoloso diventa anche economico. Dalla fine degli anni ’80, dunque, qualsiasi appassionato avrà la possibilità di pilota- re adeguatamente anche i più avari diffusori, e non c’è più bisogno dell’alta efficienza.
Chi ha ragione? Klipsch o i soddisfatti utilizzatori dei Rogers LS3/5a? Da un punto di vista tecnico, dunque, dell’alta efficienza non ci sarebbe più bisogno, al contrario questi diffusori incontrano i gusti di un numero sempre più alto di appassiona- ti, e sembra che questi dispositivi stiano cono- scendo una seconda giovinezza. Oggi infatti si usano i super amplificatori più che altro per la loro capacità di controllare l’escursione di qual- siasi membrana di altoparlante, compresi quelli ad alta efficienza.
ENTRANDO NEL PROGETTO
DEGLI HERESY
Varie sono le soluzioni che connotano questi dif- fusori, e ne fanno un prodotto del tutto singolare, specialmente ai tempi odierni, che vedono lo stra- potere di diffusori aventi delle misure e un rap- porto tra dimensioni del tutto differenti. In estre- ma sintesi si può dire che, a pari altezza, non esi- stono diffusori che utilizzino un woofer da 30 cm. Il mid-range oggi è merce rara, e il caricamento a tromba di due dei tre altoparlanti non è contem- plato da nessun diffusore di pari prezzo. Basta per connotare di singolarità gli Heresy? A mio avviso
sì, infatti la loro silhouette si staglia con autorevo- lezza e indipendenza tra tutti i concorrenti di pari prezzo. Estremamente basso tra l’altro, per l’altis- simo numero di esemplari venduto, trattandosi di un vero classico dell’alta fedeltà, a ragione tenuto in catalogo fino ad oggi.
Il woofer da 30 cm assicura dei bassi semplice- mente impossibili a qualsiasi modello di grande diffusione. Evidentemente il prezzo di un altopar- lante così congegnato rende impossibile la sua utilizzazione per diffusori di uso comune. Il suo limite è ovviamente nella resa della zona media del pentagramma. A suo sostegno interviene impeccabilmente il mid-range, di cui normalmen- te non si sente la necessità nei diffusori odierni. I limiti nella dispersione di un tweeter a cupola di pochi cm sono noti a tutti; perciò viene utilizzata la tromba anche sulla via più alta, ottenendo la massima copertura spaziale, sebbene la risposta in frequenza non sia la più estesa. Ma provate ad ascoltare gli Heresy: potreste avere una folgora- zione sulla via di Damasco, e... risparmiare tra l’altro una quantità impressionante di soldini, per-
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Senza nessuno spreco, e con grande praticità, ecco il retro di un classico.


























































































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