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GFDS 42 • Valutare • WBE CUBE N.6 67
sala d’ascolto, si trovasse di fronte ai Cune N.6 in funzione, non potrebbe far altro che andare alla ricerca del subwoofer. Tale è il comportamento alle frequenze basse dei diffusori in esame. Credo sia il diffusore da piedistallo dotato della maggiore esten- sione in gamma bassa che mi sia mai capitato tra le mani. Estensione a parte, ottenibile eventualmente con una serie di sotterfugi dei quali i progettisti più esperti sono maestri, sono la sensazione di pienezza e soprattutto la quantità di energia immessa in ambiente alle frequenze sotto i 200 Hz che lasciano a bocca aperta.
Durante la prima sera nella quale ho utilizzato i dif- fusori, la mascella mi è caduta al suolo un numero di volte incalcolabile, proprio a causa del comporta- mento fin quasi incredibile della via inferiore. Ancor più in relazione al fatto che, nei giorni prece- denti, ogniqualvolta si era posato l’occhio su questi diffusori, osservandone il woofer mid dalle appa- renze striminzite, mi sono chiesto se anche stavolta avrei dovuto sopportare lo squilibrio insito in molti diffusori di piccola taglia ma di costo elevato. Temendo che la risposta sarebbe stata positiva. Spesso e volentieri tale squilibrio è causato dalla volontà di spingere il tweeter alla ricerca di una luminosità e di una capacità di introspezione capaci di giustificare la classe di appartenenza del diffuso- re, ma che allo stesso tempo non possono che obbli- gare il woofer a un inseguimento dalle scarse pro- babilità di successo.
Il bello è che al fine di prestazioni di livello simile a quelle fornita dal Cube N.6, non si deve rinunciare ad alcunché quanto a controllo ed articolazione delle frequenze basse, anche quando il piccolo alto- parlante si esibisce in quelle discese verso le fonda- mentali tanto strabilianti.
E allora giù il cappello e i migliori complimenti a Herr Bret, che ha dimostrato con questi diffusori di sapere davvero bene il fatto suo. E anche al bravo Francesco Mattioli, che ha fatto un colpaccio niente male ad assicurarsi la distribuzione dei diffusori e del resto dei prodotti WBE sul nostro territorio. Certo, ora c’è crisi, ma se si è alla ricerca di un dif- fusore di taglia contenuta e di classe molto elevata, e non si hanno particolari limitazioni economiche, l’ascolto del Cube N.6 è un passaggio obbligato. Va detto anche che alcuni degli argomenti contenuti nella documentazione WBE pervenutami, sono del tutto destituiti di fondamento. Ma una volta tanto per difetto.
Viene raccomandato infatti, non ho ben capito se
dal costruttore o dal distributore, di non utilizzare i diffusori in ambienti superiori ai 20 metri quadri, poiché in ambienti più grandi verrebbe meno l’equi- librio tra le diverse gamme di frequenza. La cosa non è assolutamente vera e pecca di eccessiva pru- denza. I Cube N.6 hanno suonato nel mio ambiente di 35 metri quadri, esibendo un comportamento come quello fin qui descritto. Oltretutto operando non solo in campo libero, ma addirittura a circa due metri dalla parete retrostante, quella la cui vicinanza implica proprio il rafforzamento dell’estremo infe- riore.
Come se non bastasse, i cubi si sono accontentati dei 20 watt per canale del mio solito finale, il Graaf GM 20. È vero, sono watt di classe purissima, ero- gati da uno tra i migliori OTL della storia sotto il profilo della qualità sonora. Ma sempre di 20 watt si tratta. Ovviamente è stata necessaria una rotazio- ne della manopola del volume più generosa rispetto al consueto nell’abbinamento coi miei diffusori da pavimento, ma tant’è.
Già il fatto che con quei watt si sia riusciti a ottene- re la sonorizzazione di un ambiente simile e senza rinunce particolari quanto a pressione sonora, la dice lunga, e non poco, sulle doti dei Cube N.6. Certo, la loro sensibilità effettiva non può eccedere i limiti fisici di un diffusore siffatto, ma si rivela tut- t’altro che rinunciataria. Soprattutto in considerazio- ne delle doti di estensione alle frequenze inferiori, che sono in antitesi proprio con la sensibilità. In particolar modo su un progetto come quello di un sistema da piedistallo, che a questi livelli si gioca proprio su un dosaggio dei diversi ingredienti da valutare al milionesimo, oltre ad essere particolar- mente critico.
Il resto dell’impianto comprendeva il lettore CD Canor VR 2+ e il preamplificatore Graaf WFB One. Sul versante analogico, il magnifico Brinkmann Oasis, con testina Torlai Turchese e preamplificato- re phono Klimo Lar Gold Plus.
Presi a tal punto dal comportamento da gigante di un woofer mid dall’aspetto fin quasi lillipuziano, e dalle capacità di sonorizzazione di ambienti che sarebbero giudicati fuori luogo già in sede di docu- mentazione tecnica, si rischia di tralasciare il com- mento dell’azione del tweeter. Il che sarebbe un’in- giustizia molto grave, dato che si è dimostrato pie- namente all’altezza del resto, e forse anche di più. Dotato di una fluidità eccellente che si ripercuote in maniera particolarmente evidente sulla sonorità complessiva del diffusore, è caratterizzato da un’e-
























































































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