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Arte
Max Mazzoli
Arte classica e contemporanea si sposano e
racchiudono in un fermo immagine un istante
che sembra non finire mai
Introduzione: Francesca Arca
Testo e intervista: Benito Olmeo
Foto: Studio Max Mazzoli©
ax Mazzoli blocca il tempo nelle immagi-
ni. Lo cristallizza in attimi che restuitono
allo sguardo di chi osserva, un frammen-
to di realtà amplificata. L’iper-realismo di
MMazzoli non sta solo nel tratto, nell’uso
della tecnica e della luce, nei richiami e nelle commistio-
ni tra esperienze artistiche diverse; la sua è una realtà che
si schianta sul volto, tanto più vera quanto artificiale, tanto
più in movimento quanto più fissa. L’arte di Max Mazzoli è
un’esperienza emotiva dalla quale è difficile prescindere. Lo
sguardo attende che la storia prosegua, che qualcosa accada,
che il particolare si allarghi e ci mostri ciò che noi immagi-
niamo. I dettagli ci osservano nel momento in cui noi li os-
serviamo. Simbolo e realtà si compenetrano così fortemente
da restituirci una verità più autentica del contingente... ma
non sappiamo più se sia la sua o la nostra.
Come e quando nasce l’arte di Max Mazzoli
Ho capito che avrei vissuto di pittura appena ho avuto
coscienza di me, intorno ai sei sette anni. Naturalmente
ha influito l’ambiente familiare: lo zio paterno che viveva
di pittura, Carlo Mazzoli, mio padre, Bruno, artigiano
decoratore che si dilettava anche di pittura. Gli amici di mio
padre, pittori, fotografi, anarchici... Insomma, un bambino a
cui piace dipingere, in un ambiente così cosa può desiderare?
Essendo nato a Livorno, pensi che in qalche modo la
pittura Macchiaiola abbia influito nel tuo percorso così
tecnico, ma allo stesso tempo di rottura nella tua seconda
vita artistica