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DITTA - SALVATORE MILETI E
FIGLI
Figli, nipoti, pronipoti, fino alla centesima generazione, ricor-
date bene che l’unione fa’ la forza. La famiglia Mileti, come
la maggior parte delle famiglie di allora, era unita ed era forte.
Eravamo una unita’ indivisibile: uno per tutti, tutti per uno,
come le dita delle mani, come le parti dello stesso corpo. Ed il
legame di questa unita’ era I'amore, ci volevamo bene, ci aiu-
tavamo, ci difendevamo, ci si rallegrava, si soffriva, si la-
vorava assieme.
Questa unita’ di forze e di affetti ci manteneva in piedi, era la
nostra ricchezza. Sussidi del governo, fascista o non fascista,
non esistevano; papa’ Salvatore soldi nella banca non ne
aveva, non sempre i granai erano pieni, i guardaroba non er-
ano straboccanti di vcstiti e scarpe, anzi non esistevano! In
una cassapanca mamma Maria conservava quello che posse-
davamo e che era ancora usabile: quando un vestito non si po-
teva rattoppare piu’ la mamma ce ne cuciva un'altro o ci dava.
quello che non andava piu’ al fratello piu' grande. Cosi’ anche
per le scarpe. Scalzi? In casa nostra no, ma nel paese se ne
vedevano, anche quando era freddo e nelle strade di cam-
pagna, con sassi e spine.
Papa’ per noi era tutto: re della casa, capo ditta, giudice senza
appello. Si faceva obbedire con poche parole, e qualche raro
scapaccione: ma quando ce lo dava era ben meritato. Bravo