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quelli delle regine del mare, la “Michelangelo” e la “Raffael- lo”, durante i viaggi di lavoro), ma anche tante casalinghe. Francesco Lenoci spazia in di- versi campi.
Compreso quelli del capocollo, salume tipico della Murgia dei trulli, apprezzato in quasi tutto il Sud dal XVIII secolo, e della bombetta, entrambi di Martina Franca.
Se non ha tempo di spostarsi, ricorre a Facebook e illustra i piatti della nonna: fave con ci- coria, piatto una volta povero quindi frequente sui tavoli dei contadini, e oggi gustato anche in vari ristoranti nel capoluogo lombardo; le melanzane o le seppie ripiene; riso, patate e cozze; chiancarelle con le cime di rapa (rigorosamente quelle di Taranto).
Con Francesco Lenoci non ci si annoia mai, perché lui non as- sume mai atteggiamenti pro- fessorali. È persona alla mano persino con i suoi allievi, che lo adorano, nonostante lui non ami l’indulgenza.
APPASSIONATO MELOMANE
Melomane da sempre, appas- sionato del Festival della Valle d’Itria, che andrà in scena in luglio con “Il borghese genti- luomo” e “Arianna a Nasso”, e con i concerti nelle masserie e in altre sedi di Crispiano, Cisterni- no, Polignano a mare, città che dette i natali a Domenico Mo- dugno, e nel centro storico del- la medesima città che si gloria di una terra rossa dissemi-nata di case incappucciate, i trulli, amati da scrittori come Carlo Castellaneta e Guido Piovene.
Dall'alto il capospalla di Martinafranca e sotto un capocollo, salume tipico della Muegia e dei Trulli
Settembre 2020 47