Page 11 - Storia dell'aviazione italiana
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Storia dell’aviazione italiana 9
Nel 1884 nell’ambito dell’arma del genio si costituì la Se-
zione aerostatica del Genio, incaricata della gestione dei due
palloni aerostatici acquisiti dal Regio Esercito. Nel 1887 la
sezione si trasformò in compagnia specialisti del Genio al
cui comando venne posto Maurizio Mario Moris (1860-
1944), riconosciuto da tutti come il padre dell’aviazione ita-
liana. Nel 1906 veene approntato il campo volo di Centocelle
(Roma), mentre presso la Caserma Cavour si gettarono le basi
per la costruzione del primo dirigibile militare italiano, l’N1
(numero uno). Questo dirigibile fu assemblato presso il Can-
tiere Sperimentale Aeronautico di Vigna di Valle ad opera de-
gli ingegneri Gaetano Arturo Crocco (tra i più prolifici inge-
gneri e professori universitari italiani, che fu anche tra i pri-
mi a trattare i più sofisticati problemi di aviazione e aerodi-
namica, inclusa la propulsione dentro e fuori l’atmosfera ter-
restre) e Ottavio Ricaldoni. Il dirigibile N1, dopo alcune mo-
difiche strutturali, sarà poi ribattezzato “P1” e impiegato nel
conflitto Italo-Turco.
Dopo aver assistito anche lui alle dimostrazioni di Léon
Delagrange su Roma (1908), Moris presentò al Ministero
della guerra la proposta di istituire una scuola militare di volo,
bocciata per ragioni di bilancio. Agì allora da privato cittadi-
no, nella veste di presidente del Club degli aviatori. Contatta-
to Wilbur Wright, strinse un accordo per far venire a Roma i
due fratelli e uno degli esemplari del Wright Flyer, allo sco-
po di addestrare il Tenente di Vascello Mario Calderara ed il
Tenente del Regio Esercito Umberto Savoja, i primi due pilo-
ti italiani a conseguire il brevetto di volo.
Il 1° ottobre 1910 la Compagnia specialisti si trasformò in