Page 13 - Storia dell'aviazione italiana
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Storia dell’aviazione italiana 11
città nel nord della Libia). Il tenente Giulio Gavotti sganciò
una bomba Cipelli da 1,5 Kg. Poiché a quel tempo non esiste-
vano sistemi di lancio, le bombe venivano lanciate letteral-
mente da una cabina di pilotaggio aperta, mentre i piloti erano
armati di pistola per autodifesa, poiché il sistema d’arma del-
l’aereo non era ancora stato studiato. Il 22 ottobre l’aereo
Blériot della flottiglia aerea italiana, pilotato dal Capitano
Piazza, ebbe l’onore di effettuare il suo primo volo di rico-
gnizione.
Questa data è considerata il primo utilizzo dell’aviazione per
scopi militari nella storia del mondo.
Pochi giorni dopo, gli italiani usarono l’aereo come bombar-
diere. Ben presto gli italiani iniziarono a utilizzare bombe da
10 chilogrammi dotate di elementi sorprendenti: palline a
pallettoni. Il 24 gennaio 1912 il Capitano Piazza scattò la pri-
ma fotografia aerea. Il 4 marzo 1912 Gavotti effettuò il pri-
mo volo di ricognizione notturno e il primo bombardamento
notturno.
Nel 1912, nei Balcani, sui campi di battaglia non apparvero
singoli aerei, ma squadroni organizzati. Il successo nell’im-
piego determinò un consistente sviluppo del mezzo aereo che
non poteva quindi più essere gestito dal battaglione autono-
mo specialisti del genio; si provvide perciò a sdoppiarlo cre-
ando un primo comando aeronautica che si occupava di diri-
gibili aerostati e costruzioni, un secondo dal quale dipende-
vano le squadriglie aviatori, le scuole e la direzione tecnica.
Nella Marina Militare dopo gli esperimenti del Ten. di Va-
scello Mario Calderara, il primo ad ottenere il brevetto di
volo, vennero costituiti reparti di dirigibili e di idrovolanti.