Page 38 - Storia dell'aviazione italiana
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36 Natalia Nikishkina ed Ekaterina Spirova
aeroplano in grande (per modo di dire) serie, e furo-
no affidate alle ditte grandi (per modo di dire) com-
messe, a due condizioni: la prima che le parti del-
l’aeroplano prodotte dalle varie ditte fossero inter-
cambiabili, in modo che fosse possible montare degli
esemplari di controllo prendendo a caso i pezzi dalle
varie fabbriche; la seconda che le ditte (tutte setten-
trionali) beneficiate dalle commesse impiantassero
ognuna uno stabilmento sussidiario nell’Italia cen-
trale o meridionale.
L’aeroplano era l’S.81, trimotore da bombardamen-
to, ala bassa di legno, carrello fisso, fusoliera e im-
pennaggi in tubo d’acciaio; versione semplificata
dell’S79, nato prima, ma che sembrava ancora trop-
po audace per essere messo in servizio.
La richiesta dei nuovi stabilmenti mirava a iniziare
l’allontamento delle industrie dalla Valle del Po:
Mussolini, allora, non si fidava dela Germania.
Fra le ditte di cui sopra vi era l’AERONAUTICA MAC-
CHI di Varese; io, secondo Valle, dovevo assumere la
direzione del suo stabilmento sussidiario, da impian-
tarsi a Foligno.
Al 1 giugno 1938 gli operai erano 764, gli impiegati 91,
la Potenza installata 700 HP, le machine utensili 183, le
installazioni varie 25. Avevamo riparato 24 apparec-
chi, 26 ne avevamo in riparazione; oltre alle varie parti
di ricambio avevamo costruito 20 S.81 e 12 S79; era in
lavorazione un caccia metallico di mio progetto.”
(Felice Troiani, La coda di Minosse, capitolo XLIV)