Page 79 - L'INVENZIONE DEL BUIO
P. 79
Io - È entrata lì. Presto, andiamo.
Lui - Arrivo.
Io - Come ha fatto ad arrampicarsi lassù?
Lui - Provo a seguirla.
Io - Guarda, in fondo ci sono delle scale.
Lui - Per una volta cerchiamo di essere analitici: che cosa
noti?
Io - Un tempo doveva essere una bella costruzione.
Lui - D’accordo. Proverò a essere più preciso. Senti, qui il
liscio lascia il posto al ruvido. Non subito e nemmeno in
modo continuo e definitivo. In questo punto per esempio
la superficie torna a essere liscia. Se procediamo ancora,
arriviamo all’angolo, e seguendo il taglio si capisce che la
parete è tutta mangiucchiata. Si tratta senz’altro di uno
sgretolamento. Sensazione confermata dal pavimento
dissestato. Mattonelle saltate, detriti ovunque. A volte
si aprono delle voragini. Chissà se portano da qualche
parte…
Io - Doveva essere una chiesa di un certo interesse. Lo
testimonia la presenza di quell’affresco, appena visibile,
non so se l’avevi notato. Peccato. Ormai regna il degrado.
Lui - Capisco quello che vuoi dire. Però prova a metterti
nei miei panni. A causa della mia menomazione parto
svantaggiato. Tu vedi bene, e in questo modo puoi
esprimere una serie di apprezzamenti a me preclusi.
D’accordo? Però il mio handicap mi dà anche uno
straordinario vantaggio…
Io - Come i supereroi?
Lui - Ah ah!
Io - Perché ridi? Anche i supereroi sono figli della catastrofe.
Sopravvivono miracolosamente agli incidenti che
77