Page 83 - L'INVENZIONE DEL BUIO
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formale a essa collegato, si era imposta una certa
percezione del tempo: inizio, progresso, fine. Dopo il
compimento di ogni ciclo, o ne iniziava un altro, oppure
il precedente rischiava di regredire fino al totale declino.
Tuttavia, quello che appare come un segno di decadenza
per la vista, potrebbe essere un promettente inizio
per il tatto o per l’udito. Per non parlare dell’olfatto,
l’irresistibile fascino della materia putrefatta…
Io - Cosa?
Lui - Uno degli effetti della mutazione sensoriale è che
abbiamo iniziato a focalizzarci sulla realtà nel suo
divenire. Ora partiamo sempre nel mezzo. Per questo non
ci poniamo più il problema se le cose stiano progredendo
o regredendo. Siamo installati nella strozzatura della
clessidra: i granelli passano da un lato all’altro e nelle due
direzioni, senza giudizi di valore preventivi.
Io - Anche il rapporto tra animalità e umanità è una
clessidra, non trovi? Ho sempre pensato che, per il
bene della società e lo sviluppo della civiltà, le pulsioni
dovessero essere imbrigliate.
Ora sto cominciando a vedere le cose in modo un po’
diverso. Forse le pulsioni non sono fatte per essere
sublimate ma per sublimare il meno possibile. Sono
salutare forza di gravità.
Prima parlavamo della tendenza a sentirsi fatti per il
cielo e le cose del cielo. Ricordo che una volta, durante
un viaggio, mi trovai a percorrere una vasta distesa
pianeggiante. Non c’era nulla che si frapponesse al mio
sguardo. Né costruzioni, né montagne. Niente, solo
vuoto. Per centinaia di chilometri. Perciò da qualunque
lato mi voltassi potevo scorgere la linea dell’orizzonte.
All’improvviso mi resi conto che il cielo non era mai stato
così grande. E lungi dal farmi decollare verso lo spazio,
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