Page 80 - L'INVENZIONE DEL BUIO
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avrebbero dovuto ammazzarli e i loro superpoteri, che si
sviluppano come una reazione positiva a tali incidenti,
sono in fondo l’altra faccia dei loro handicap.
Lui - Scusa, non avevo considerato le cose in questi termini.
Tuttavia, per quanto mi riguarda, bisognerebbe al più
parlare di subpoteri. Il mio vantaggio è che mi manca
sempre il terreno sotto i piedi. A causa dell’alterazione
sensoriale, non posso esprimere giudizi formali o
estetici. Il giudizio è sospeso. E in tal modo ho accesso
a un’altra visione. Quando mi affaccio sulla realtà, non
trovo un archivio nel quale sono distribuite, in alto le
opere d’arte, più in basso le cose di uso comune, più in
basso ancora quelle prive di senso e valore, come questo
nudo ammasso di pietre. No, per me c’è solo un unico
repertorio di documenti sensoriali e sono tutti sparsi sul
tavolo.
Io - Quindi?
Lui - Quindi, anche volendo, non posso pensare in termini
di declino o di degrado. Tanto meno di degenerazione. In
queste immagini è insito un giudizio di valore. C’è come
una discesa che porta dal meglio al peggio. Proviamo a
immaginare che un giorno sia possibile risalire la china:
comunque non sarà scalfito l’essenziale, e cioè che devono
esserci un meglio e un peggio. Il vero problema è questo.
Il giudizio pregiudica il nostro rapporto con la realtà.
La pagina su cui si scrivono le nostre esperienze non è
mai vuota. In filigrana esistono già degli assunti validi
per statuto. Non solo che c’è qualcosa che sta in alto e
qualcosa che sta in basso, ma anche che quello che sta
in alto vale più di quello che sta in basso. Come vedi,
avanziamo sempre su un terreno un po’ arbitrario.
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