Page 24 - Sfoglia Il prato è in tavola
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 COME SI RICONOSCE
Le margheritine che produce hanno una tonalità marcatamente giallo-arancio. Si apro- no al sole e si chiudono al tramonto, particola- rità che è valsa alla pianta il nome di “orologio dei contadini”. Sembrano piccoli soli sparsi per il campo. Noteremo alla base di questi fiori un gambo ramificato: a differenza del tarassaco ad esempio, lo stelo non si erge da una roset- ta basale disposta a raggiera e vicina al terreno ma da una piantina ad andamento leggermente cespuglioso che può raggiungere i 50 cm, con foglie alterne e un gambo piuttosto carnoso a volte tinto di venature violacee, d’estate duro come il legno. Le foglie sono oblunghe, attac- cate allo stelo senza picciolo e con una punta sulla cima, hanno soltanto la venatura centrale, risultano morbide, pelosette e appiccicose-re- sinose, ed emanano una certa ‘puzza’ caratte- ristica che imparerete ad amare. Il bordo della foglia è quasi perfettamente liscio se non per qualche leggerissima punta, come quei fogli che siano stati strappati lungo un tratteggio. Dopo la fioritura si formano dei “fiori di semi”, ovve- ro delle corolle formate da tante diverse falci di luna verde chiaro contenenti i semi della pianta e disposte a mandala.
PERCHÉ CI PIACE
Le foglie di calendula hanno un sapore amaro- gnolo leggermente simile al radicchio ma oleo- so e di sostanza, che ben si presta a farne ripieni contrastandolo con la dolcezza delle uvette e dei pinoli ad esempio, mentre i fiori sono dolcetti, sanno di polline e di nettare con una tonalità simile al mandarino, e un finale appena un pò amaro. Sono particolarmente ricchi di fosforo e carotene: la pianta del sole non poteva non aiutarvi nell’abbronzatura. Inoltre la calendu- la contiene acido salicilico, al pari dell’aspiri- na, abbassa la febbre e il suo potere deconge- stionante la rende indicatissima da consumare in caso di tosse e raffreddore. Aiuta le donne
nella regolazione del flusso mestruale, spe- cialmente in associazione con la melissa. È
infine indicata da consumare in caso di ulcere,
gastriti e coliti, poiché ha ottime qualità cica-
trizzanti e antinfiammatorie ed un lieve potere antisettico. È diuretica, antiemetica, e si dice
stimoli la produzione di bile aiutando a digerire
i grassi, e rinfreschi l’apparato intestinale. Ma
questa pianta è soprattutto famosa per le sue applicazioni ad uso esterno su piccole ferite,
herpes, piaghe e bruciature. Per farne un ole-
olito, lasciatela macerare in olio d’oliva per una
trentina di giorni al sole in un barattolo di vetro.
Potrete applicare l’oleolito direttamente oppu-
re inserirlo in creme ed unguenti La sua azio-
ne antinfiammatoria lenisce gli arrossamenti
degli occhi, le flebiti, gli strappi muscolari, le irritazioni della pelle, le emorroidi ed i gelo-
ni. È gettonatissima nelle creme per il sederino
dei bimbi e per pelli secche. Infine sembra sia
di giovamento per combattere le micosi geni-
tali o del piede e che aiuti a rimuovere calli e 69 verruche.
COME SI CUCINA
Avvertenza
Seppure in associazione con altre piante, veniva usata in passato come abortivo perciò si sconsiglia di consumarne in quantità nei primi mesi di gravi- danza o in gravidanze a rischio.
Mentre i fiori sono ottimi crudi, le foglie si ad- dolciscono in cottura. I fiori sono perfetti per decorare le insalate, nel pesce, per colorare il riso quale “zafferano dei poveri”, esaltano il profumo ed il colore del brodo di carne, posso- no aromatizzare il burro o l’aceto. Si usa anche mettere i boccioli in salamoia come i cappe- ri. Le foglie di calendula stufate sono perfette come ripieno per la famosa “Fojata” umbra (vedi ricetta).
 








































































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