Page 119 - avatar gladiatori degli idee_Active
P. 119
- Le mandibole mobili e non fisse, tipiche dei felini e dei carnivori.
Le assurde teorie dell’onnivorismo umano ricevono un colpo di grazia dalla lunghezza
del tubo intestinale (10-12 volte il tronco, e non 3 volte il tronco come negli onnivori).
Un intestino adatto ai semi ed alle erbe, dove la trasgressione carnea porta a
putrefazioni e a produzione di ptomaine e leucomaine tossiche.
Il fegato umano riesce a deaminare gli aminoacidi fino all’urea, ma non ce la fa a
neutralizzare l’ammoniaca prodotta dalla digestione delle carni, e si ingrossa,
sviluppando epatiti A-B-C-D-E, dove sguazzano batteri utili ed innocenti, richiamati a
consumare i residui velenosi.
Ultimo, ma non certo per importanza, il sangue alcalino al punto ph 7.35-7.40,
ciliegina sulla torta dimostrativa della fruttarianeità dell’uomo. Carnivori e onnivori
hanno sangue acido a vari livelli di pH dei propri liquidi, il terreno, la matrice sotto il
punto critico del pH 7,35.
Relazione fra carne rossa e batteri intestinali
Non è sempre colpa del colesterolo e dei grassi. Gli effetti sulle arterie di un abuso di
grigliate a base di carne rossa potrebbero dipendere in realtà dalla composizione di
batteri che popolano Lo ha scoperto uno studio della Cleveland Clinic in Ohio che per
la prima volta identifica un inedito cortocircuito tra un consumo prolungato di
bistecche e filetti e la predilezione che i batteri hanno per un aminoacido "chiave" che
compone la carne, la L-carnitina. La L-carnitina è un mattone fondamentale per
muscoli sani, presente anche in integratori e bibite energetiche.
Su Nature Medicine i ricercatori americani guidati da Stanley Hazen hanno studiato il
fenomeno sui topi, scoprendo che dopo averli nutriti per 15 settimane consecutive con
integratori che simulavano una dieta "carnivora", nell'intestino dei roditori i batteri
intestinali cominciavano a convertire la L-carnitina in N-ossido di trimetilamina
(Tmao), un composto che si trova nel sangue e che pare correlato con un futuro
rischio di malattie cardiache. I topi avevano così un rischio doppio di arteriosclerosi,
l'indurimento delle arterie che anticipa infarti e ictus.
Ricerche precedenti hanno dimostrato che una dieta con frequente consumo di carne
rossa è associata a un aumento del rischio cardiovascolare, ma che il colesterolo e i
grassi saturi della carne rossa non sembrano da soli una spiegazione sufficiente per i
maggiori rischi cardiovascolari. Così ricercatori americani hanno valutato le cartelle
cliniche di circa 2.500 pazienti distinti tra onnivori, vegani e vegetariani alla ricerca
dei livelli di carnitina e Tmao.
Risultato: i soggetti che hanno contemporaneamente un livello più alto di entrambi
corrono un rischio maggiore per il cuore, ma a sorpresa i vegetariani ed i vegani,
anche assumendo carnitina non subiscono un innalzamento del composto anti-arterie.
Tutto dipenderebbe dalla composizione della flora batterica. "I batteri che vivono nel
nostro apparato digerente sono modificati dalle nostre abitudini alimentari a lungo
termine - spiega Hazen - e una dieta a base di carnitina di lungo periodo sposta
effettivamente la composizione microbica intestinale
Per coloro che amano le carni alla griglia, considerate che le alterazioni chimiche
degli amminoacidi dovute a temperature superiori a 100 gradi possono provocare
alterazioni chimiche degli amminoacidi, fino alla loro distruzione. Gli amminoacidi
119