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Chiaramente  si  dovrà  fare  molta  sperimentazione  in tal  senso per  poter stabilire
               meglio come agiscono le variabili nel phase shifting. Altro elemento importante è la
               famosa “nebbiolina”. Quando si interagisce con l’etere spostandone la frequenza o
               addensandolo in una zona di spazio esso diventa visibile sotto forma luminescente che
               a prima vista è come una nebbiolina il sui colore dipende dalla densità raggiunta.
               Questo lo si osserva anche nelle sperimentazioni con sistemi antigravitazionali tipo le
               repulsine di Schauberger, il SEG di Searl e altri...quello che ci interessa è che è ben
               visibile anche nei casi phase shfting. Nel  celebre Philadelphia Experiment la nave
               veniva  avvolta da  una nebbiolina azzurrognola  che virava  verso il verde prima di
               scomparire...anche nel triangolo delle bermuda le navi prima di sparire o sortire certi
               effetti particolari entrano in  una  nebbiolina  grigiastra a volte verdastra...sono
               entrambi casi di phase shifting e combaciano ovviamente con l’esperimento di Ferlini.
               Un’altra considerazione che voglio fare  è che  per realizzare la zona  critica
               dovrebbero  in  teoria  bastare  anche  solo  tre  magneti  ad  U  disposti  a  120°  l’uno
               dall’altro e inoltre non penso sia necessario usare per forza magneti ma invece gli
               elettromagneti che sono più  pratici ed economici.  Ferlini preferì i magneti perché
               voleva usare una fonte magnetica “pura” ma gli elettromagneti potrebbero svolgere
               lo stesso lavoro perché quello che conta è solo il campo magnetico generato e    la
               disposizione geometrica





















































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