Page 229 - avatar gladiatori degli idee_Active
P. 229
modificare la frequenza di vibrazione dell’etere di quella zona stessa...siccome siamo
in un ologramma è normale che tutto dipende dalla frequenza della portante
olografica scelta, cambiamo portante e cambiamo dimensione. Nei sistemi tipo
“Philadelphia experiment” si usano delle bobine pulsate tra loro in sequenza a
formare un campo rotante ed alimentate a specifiche frequenze di risonanza
dimensionale, in altri sistemi invece si usa l’interazione tra un campo magnetico
rotante e un campo elettrico che vibra a una certa frequenza. In entrambi i casi
avremo un campo di etere rotante che vibra una frequenza specifica. Già qui è
possibile notare l’analogia dei suddetti metodi con quello di Ferlini, infatti un campo
magnetico non è altro che un flusso di etere ricircolante in una zona di spazio (flusso
che si chiude su di sé) e il trucco usato da Ferlini è stato quello di far interagire
diversi magneti in modo che il loro flusso si concatenasse creando un flusso
rotatorio...infatti Ferlini lo definiva “campo unificato”. Ecco perché i poli devono
essere alternati ed ecco anche perché c’è una distanza critica precisa...perché
geometricamente quando le calamite sono alla distanza precisa creano un flusso
tondo rotatorio che si rafforza. Immaginate le linee di flusso che escono da ogni polo
che vanno a fluire nel polo opposto e così via unificandosi....in tale situazione si avrà
una campo rotante unificato o per meglio dire un flusso di etere rotante proprio come
illustrato in questa figura:
Ora una volta creato il campo rotante bisogna impostare una frequenza di risonanza
che ci ricolleghi a una specifica dimensione o punto spazio-temporale dell’ologramma
multiverso. Nel caso di Ferlini tale vibrazione può essere stata indotta sia dalle
vibrazioni meccaniche dei magneti per semplice attrazione che dalle vibrazioni indotte
da lui stesso quando ci si appoggiò. Sicuramente non era un sistema preciso perché
soggetto a molte vibrazioni spurie, ogni vibrazione meccanica sui magneti produceva
una increspatura sul campo della zona critica. C’è però un indizio molto interessante,
Ferlini non vagò a caso ma fu portato proprio dove a lui desiderava andare sia
consciamente che inconsciamente...ossia nel tempo delle piramidi su cui era basata
tutta la sua ricerca scientifica. Questo indica che una volta aperto il varco la mente
stessa è libera di scegliere dove e in che tempo spostarsi, nelle proiezioni
extracorporee solo il corpo astrale (corpo olografico come quello fisico ma che vibra
su una portante più alta) è libero di andare dove vuole ma nel phase shifting tutto il
corpo compreso quello “fisico” si innalza di vibrazione rendendolo facile da spostare
dove si vuole. La maschera invece fu sempre portata in Egitto ma non nello stesso
tempo...evidentemente la variazione di flusso indotta dal suo passare attraverso la
zona critica ha spostato la variabile tempo facendola arrivare nei tempi moderni.
229