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modificare la frequenza di vibrazione dell’etere di quella zona stessa...siccome siamo
               in un  ologramma è normale che tutto  dipende  dalla frequenza  della portante
               olografica scelta, cambiamo  portante e cambiamo dimensione. Nei sistemi tipo
               “Philadelphia  experiment” si usano  delle bobine pulsate tra  loro in sequenza  a
               formare un  campo rotante  ed  alimentate a specifiche frequenze di risonanza
               dimensionale, in altri sistemi invece  si usa  l’interazione tra un campo magnetico
               rotante e un campo elettrico che vibra a una certa frequenza.  In entrambi i casi
               avremo un campo  di etere rotante che vibra  una frequenza specifica. Già  qui è
               possibile notare l’analogia dei suddetti metodi con quello di Ferlini, infatti un campo
               magnetico non è altro che un flusso di etere ricircolante in una zona di spazio (flusso
               che si chiude su di sé)  e il  trucco usato da Ferlini è  stato quello di far interagire
               diversi magneti in modo che il loro flusso si  concatenasse creando un flusso
               rotatorio...infatti Ferlini lo  definiva “campo unificato”. Ecco  perché  i  poli devono
               essere  alternati  ed  ecco  anche  perché  c’è  una  distanza  critica  precisa...perché
               geometricamente quando le calamite sono alla distanza precisa creano un flusso
               tondo rotatorio che si rafforza. Immaginate le linee di flusso che escono da ogni polo
               che vanno a fluire nel polo opposto e così via unificandosi....in tale situazione si avrà
               una campo rotante unificato o per meglio dire un flusso di etere rotante proprio come
               illustrato in questa figura:















               Ora una volta creato il campo rotante bisogna impostare una frequenza di risonanza
               che ci ricolleghi a una specifica dimensione o punto spazio-temporale dell’ologramma
               multiverso. Nel caso  di  Ferlini  tale vibrazione  può essere stata indotta sia  dalle
               vibrazioni meccaniche dei magneti per semplice attrazione che dalle vibrazioni indotte
               da lui stesso quando ci si appoggiò. Sicuramente non era un sistema preciso perché
               soggetto a molte vibrazioni spurie, ogni vibrazione meccanica sui magneti produceva
               una increspatura sul campo della zona critica. C’è però un indizio molto interessante,
               Ferlini  non  vagò a caso ma  fu portato proprio dove  a  lui desiderava andare  sia
               consciamente che inconsciamente...ossia nel tempo delle piramidi su cui era basata
               tutta la sua ricerca scientifica. Questo indica che una volta aperto il varco la mente
               stessa è libera di scegliere dove e in  che tempo spostarsi, nelle  proiezioni
               extracorporee solo il corpo astrale (corpo olografico come quello fisico ma che vibra
               su una portante più alta) è libero di andare dove vuole ma nel phase shifting tutto il
               corpo compreso quello “fisico” si innalza di vibrazione rendendolo facile da spostare
               dove si vuole. La maschera invece fu sempre portata in Egitto ma non nello stesso
               tempo...evidentemente la variazione di flusso indotta  dal suo passare attraverso  la
               zona  critica ha  spostato la variabile tempo facendola  arrivare nei tempi moderni.


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