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fini. La differenza sostanziale deriva dal postulato teorico, parzialmente supportato
dagli esperimenti, che, in linea di principio, sia possibile estrarre microcluster di
forma e grandezza volute e che le loro proprietà possano essere misurate, mentre
questo genere di misurazioni sono impossibili per le particelle fini. Questo postulato
potrebbe essere giustificato considerando il fatto che gruppi di una data forma
regolare sono molto stabili se comparati con quelli di altre forme, il numero dei quali
è piuttosto esiguo. In contrasto con questo fatto, le particelle fini di forme differenti e
di grandezza fissa che formano un grande agglomerato da permettere un trattamento
statistico sono energeticamente pressoché degenerate. Ciò rende impossibile
l’estrazione di particelle fini della forma voluta.
Quello che ci viene detto è che nel microcluster gli ipotetici “elettroni” non sono più
confinati nei singoli atomi di appartenenza, ma piuttosto che si muovono
indipendentemente attraverso l’intero cluster stesso! Ricordate che nel nostro nuovo
modello quantico, non ci sono elettroni, ma solo nuvole di energia eterica che
scorrono dentro, verso il nucleo in conseguenza dell’effetto Biefield-Brown. In questo
caso, il microcluster agisce come un singolo atomo, con il centro del cluster che
diventa simile al nucleo atomico caricato positivamente, all’interno del quale scorre
l’energia caricata negativamente
I microcluster chiamati “ORME” (Orbitally Rearranged Monatomic Elements =
Elementi Monoatomici dalle Orbite Modificate).
Secondo Hudson nell’acqua di mare si trova una varietà sconfinata di tutti i metalli
che formano microcluster sopra menzionati. In maniera ancor più sorprendente,
Hudson afferma che questi elementi potrebbero essere presenti sulla Terra allo stato
di microcluster in quantità di più di 10.000 volte superiore che non nella loro comune
forma metallica. La ricerca di Hudson dimostra che questi microcluster di metalli si
trovano in molti sistemi biologici diversi, comprese molte varietà di vegetali, e che
essi possono arrivare a costituire fino al 5% in peso di materia cerebrale di un vitello.
Inoltre, tali microcluster agiscono come superconduttori a temperatura ambiente,
possiedono qualità superfluide e levitano in presenza di campi magnetici, dal
momento che nessuna forza magnetica è in grado di penetrare attraverso i loro gusci
esterni. Tali qualità fisiche combaciano con le descrizioni di vari materiali tratti da
tradizioni alchemiche in Cina, India, Persia ed Europa. Varie persone si sono offerte
volontarie per ingerire microcluster d’oro o “oro monoatomico”, ed hanno
raccontato di aver sperimentato gli stessi effetti psichici, come le trasformazioni
kundaliniche, riportate nelle scritture Vediche dell’antica India. Ancor più
controverse sono le scoperte brevettate da Hudson riguardanti il riscaldamento di
microcluster di iridio. Non appena il materiale viene riscaldato, si osserva un
incremento del suo peso del 300% e oltre. C’è di più: non appena un microcluster di
iridio viene riscaldato fino a 850° Celsius il materiale scompare fisicamente alla vista
e perde tutto il suo peso. Comunque, quando la temperatura viene nuovamente ridotta,
il microcluster di iridio riappare e riguadagna gran parte del suo peso originale. Nel
suo brevetto, Hudson ha una tabella generata da analisi termo-gravimetriche che
illustrano l’evolversi di questo comportamento. L’idea di un materiale che aumenta di
peso, poi spontaneamente perde peso e scompare completamente alla vista non è più
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