Page 150 - Catalogo artiste Fidapa Nord Est_Veneto
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RECENSIONI E CRITICHE


Di lei hanno scritto: G.Ambrogio, G.T.Bagni, E.Bellò, S.Bolzan, R.Borsotti, L.Bortolatto, A. Centonze,


F. Cursi, B.DeDonà, R.DeSalvatore, F.Graziati, C.Guidoni, T.Higgs, V.Magno, T.Manera, F.Melato,

G.Mies, C.Perusini, L.Pisanello, P.Rizzi, S.Rossetto, S.Santuari, R.Sicurelli, L.Simeoni, O.Stefani ed


altri. Tecnica prediletta dell’artista è l’acquerello, ma Giò non disdegna i colori acrilici e le tecniche

miste.



La sua arte non cerca una competizione con la realtà, si ritrae nei recessi del suo immaginario per


produrre i trasalimenti, gli slittamenti, le sospensioni del “suo” mondo. Per mettere in scena la

percezione completa del suo linguaggio non nega l’artificio della visione con inter-mezzi che hanno

nella luce la loro massima rappresentazione.


La luce rischiara il luogo dell’evento, e dove non attiva i dettagli risultano mobilmente chiaroscurati.

Il territorio antropologico abitato dalla Ferrante dà forma al nudo femminile e al ritratto. Nelle sue

epifanie la pittura non abbandona l’edonismo mondano della bella sagoma, pur accentrando la


concretezza dei propri mezzi fondamentali: luce, ombra, materia, segno. Il problema della visione

supera le positure della figura, frontale, di spalle, intera, a due terzi, seduta, eretta e depura ogni


ridondanza per creare rapporti di superficie, di profondità, di tocco, di segno e produrre la sua stessa

essenza, la forma migliore per apparire.
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