Page 151 - Catalogo artiste Fidapa Nord Est_Veneto
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C’è un tempo mentale all’interno del quale la manualità stratifica, accumula e stempera, costruisce la

figura che inizia a vivere lo spazio entro cui fissarsi con inquadratura e taglio.


Nelle teste-ritratto il naturalismo prevale sull’idealizzazione. La luce rende i volti vitali e umani e il

colore conferisce ai fogli un’atmosfera di intensa concentrazione nelle espressioni assorte.


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“Né so in quale astro del firmamento egli abbia fatto studio di una luce né di sole né di luna e


nondimeno è splendida…” Questo riconoscimento della poetica del vero di Fontanesi mi viene

suggerita da una constatazione: Giò Ferrante è piemontese, il pittore reggino finì la sua agitata

attività in questa regione influenzando Vittorio Avondo e in misura minore Marco Calderini. Inoltre


la luce di Fontanesi “né di sole, né di luna” anche in Giò Ferrante conserva il sentimento del tempo in

quel cammino del segreto dell’ombra alla piena luce.

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Dal tesoro dell’arte dell’artista, formato nel deposito ctonio del suo immaginario, all’aereo

affioramento in superficie dell’immagine, esiste il lavoro o farsi dell’arte che richiede ricerca, perizia


di gesto paziente ma senza esitazioni. L’immaginario non smarrisce la propria sostanza fatta per

rendere concreti i fantasmi e astratta la vita.
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