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Il Castello di Torrechiara: la “Rocha altiera et felice” così fu defini-
       to da Pier Maria Rossi (il suo costruttore e forse il suo architetto),
       nell’iscrizione posta all’ingresso della seconda cinta muraria nel
       1460 (era stato iniziato nel 1448) “altiera” perché sorge su un’al-
       tura che domina la valle sottostante, ma anche perché simbolo
       dell’orgoglio di nobile, di condottiero, di Pier Maria appunto. “Fe-
       lice” perché destinata a proteggere l’amore che aveva conosciuto
       alla corte ducale di Milano.
       Difeso da un fossato con ponti levatoi, presenta la cortina muraria
       a merlatura ghibellina ritmata da quattro torrioni angolari detti
       del Leone, del Giglio, di San Nicomede e della Camera d’Oro. Al se-
       condo piano di quest’ultima si trova appunto l’omonima camera,
       forse stanza da letto di Pier Maria e Bianca Pellegrini, caratterizza-
       ta da un ciclo pittorico, in stile gotico internazionale. Interamente
       dedicata all’amata, unico esempio di camera votiva medievale,
       attribuito alla scuola del Bembo.
       Fu il signore che a conclusione dell’opera nel 1453 la appellò “Ca-
       mera aurea picta” perchè le formelle in terracotta che rivestono la


        Foto: Carla Silva                         Castello di Torrechiara






























                                          Castello di Torrechiara



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