Page 10 - Dossier modello A2.0
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notevole entità, per cui il rifiuto, da problema ambientale da controllare, ha cominciato a essere percepito anche come risorsa da sfruttare.
Smaltire i rifiuti in discarica, in un Paese come l’Italia, significa utilizzare una risorsa scarsa, il territorio, a fini improduttivi e poco sostenibili per l’ambiente.
Il cambio di approccio al tema dei rifiuti deve naturalmente essere accompagnato da una trasformazione strutturale dei sistemi di gestione, che da mera organizzazione di servizi devono assumere il connotato di sistemi industriali in grado di gestire un complesso di attività integrate finalizzate al recupero, di materia e di energia. La gestione dei rifiuti è diventata un’attività articolata, nella quale l’efficacia organizzativa del ciclo deve sposarsi con la capacità di realizzare e gestire impianti con caratteristiche tecnologiche sempre più complesse. È necessario un sistema integrato di gestione in cui la riduzione della produzione di rifiuti, il riciclaggio e il recupero energetico siano elementi tra loro complementari, al fine di raggiungere l’obiettivo di minimizzare il ricorso alla discarica.
Le due tipologie di rifiuti, urbani e speciali, hanno un diverso trattamento normativo e modelli di gestione differenti:
• i rifiuti urbani, di competenza esclusiva degli Enti locali e quindi soggetti a regolamentazione con privativa comunale, vengono gestiti con affidamenti in house o con procedure a evidenza pubblica per la scelta del gestore, pubblico o privato. La concorrenza prevista è quella “per il mercato” e quindi relativa alla scelta del concessionario del servizio. I principi di base che regolano la gestione dei rifiuti urbani sono quello di autosufficienza degli ambiti territoriali e il principio di integrazione del ciclo;
• i rifiuti speciali sono invece gestiti “a libero mercato”, senza vincoli territoriali, secondo un principio di specializzazione. Questa tipologia di rifiuti, soggetta a specifiche norme amministrative e di controllo, per la sua variabilità non è assoggettabile a rigide pianificazioni essendo strettamente correlata alle condizioni evolutive delle realtà produttive. Inoltre, per alcune specifiche tipologie di rifiuti, lo smaltimento è legato a particolari impianti di trattamento, la cui localizzazione potrebbe essere anche molto lontana dal luogo di produzione del rifiuto.
Il principio di autosufficienza, che si applica ai soli urbani, può trovare in alcuni casi sinergie di gestione con alcune tipologie di rifiuti speciali, cosiddetti assimilabili. Inoltre, il carattere residuale dell’uso della discarica, così come indicato dalla gerarchia dell’Unione Europea, fa prevedere uno scenario in cui i rifiuti destinati alla discarica saranno sempre meno, e per lo più deriveranno dalle attività di trattamento, assumendo la connotazione di rifiuto speciale. A fronte di un confine sempre più labile tra le caratteristiche delle due tipologie di rifiuto, occorre forse rivedere con più precisione una definizione nazionale, che renda il meno discrezionale possibile la differenziazione tra le due, al fine di evitare illeciti.
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