Page 12 - Dossier modello A2.0
P. 12
ambiti territoriali, potrebbero rappresentare l’unico possibile canale di smaltimento dei rifiuti in una certa località.
La fase dello smaltimento consiste infine nell’attività finalizzata a eliminare in discarica il rifiuto che residua dalle diverse tipologie di trattamento precedentemente descritte e i rifiuti “tal quale”, smaltibili solo nel caso in cui non sia tecnicamente possibile trattarli altrimenti. L’ultima opzione di smaltimento in base alla gerarchia europea di gestione dei rifiuti è rappresentata dalla discarica. Il d.lgs. n. 36/2003 identifica tre tipologie di discariche: per inerti, per non pericolosi e per pericolosi; oltre a prescrizioni di carattere tecnico e di controllo dispone anche in merito al costo dello smaltimento in questo tipo di impianti. Pur in presenza di una direttiva che impone maggiori attenzioni dal punto di vista tecnico-gestionale, le evoluzioni normative più recenti hanno via via disincentivato il ricorso a questa tipologia di smaltimento, che viene considerata del tutto residuale rispetto alle altre. Si tratta di un’attività che non richiede particolari processi data la semplicità delle tecnologie utilizzate e che presenta caratteristiche compatibili con un modello di operatività in condizioni di concorrenza perfetta.
Anche se il Codice dell’ambiente prevede un affidamento unico per la gestione dell’intero ciclo integrato dei rifiuti, dalle caratteristiche appena evidenziate delle diverse fasi emergerebbe invece la consuetudine di gestire separatamente servizi che presentano mercati distinti, pur nella consapevolezza dell’importanza che i rapporti tra queste diverse fasi assumono per le numerose interazioni. Il ciclo dei rifiuti deve infatti essere considerato integralmente soprattutto in fase di pianificazione, programmazione e regolamentazione, in modo da garantire che la raccolta abbia adeguati impianti ai quali rivolgersi, che gli stessi non rimangano sottoutilizzati, che la discarica rappresenti effettivamente la scelta residuale.
A.1.2. La strategia europea
La strategia europea sui rifiuti si è evoluta negli ultimi trent’anni, basandosi su una serie di politiche pubbliche, piani di azioni e norme specifiche, con l’obiettivo principale di ridurre al minimo l’impatto negativo della produzione e della gestione dei rifiuti sulla salute umana e l’ambiente, contribuendo, in definitiva, a un’economia verde da realizzare entro il 2050. La strategia europea mira anche a favorire lo sviluppo di un’“economia circolare”, basata su una società del riciclaggio che punti a utilizzare i rifiuti come risorsa. I rifiuti sono sempre più considerati una risorsa da gestire in modo efficiente per contribuire a realizzare gli obiettivi della Strategia “Europa 2020” per una crescita economica intelligente, sostenibile e inclusiva.
In tale contesto, gli Stati membri devono adottare le misure necessarie per migliorare la gestione dei rifiuti e conseguire gli obiettivi europei contenuti sia nella direttiva europea sui rifiuti (dir. 2008/98/CE), sia nell’Iniziativa europea sull’uso efficiente delle risorse, al fine di dissociare la crescita economica dagli impatti ambientali connessi alla produzione dei rifiuti (c.d. decoupling).
Ambiente 2.0 Consorzio Stabile S. C. a r.l.
Sede legale: Strada 4, Palazzo A7 - Milanofiori Assago (MI) Tel. 800664670 - Fax 02.528682253 www.ambienteduepuntozero.it - info@ambienteduepuntozero.it
9