Page 9 - Dossier modello A2.0
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A.1. Quadro normativo di riferimento
Il termine rifiuto evoca nell’immaginario collettivo visioni negative, alle quali si associano problemi di ordine sociale e sanitario, costi e inquinamento. Nel nostro Paese poi non si può parlare di rifiuti senza andare con il pensiero alle situazioni emergenziali, che sempre più spesso hanno contraddistinto alcune realtà territoriali, anche per la diffusa e cronica carenza decisionale e attuativa degli Enti locali.
Non vi è dubbio alcuno riguardo al fatto che i rifiuti rappresentino un problema ambientale, con impatti di ampia portata e conseguenze sia su scala locale, sia su scala globale. Si è assistito tuttavia nel corso del tempo a un cambiamento prospettico di notevole entità, per cui il rifiuto, da problema ambientale da controllare, ha cominciato a essere percepito anche come risorsa da sfruttare.
Smaltire i rifiuti in discarica, in un Paese come l’Italia, significa utilizzare una risorsa scarsa, il territorio, a fini improduttivi e poco sostenibili per l’ambiente.
Il cambio di approccio al tema dei rifiuti deve naturalmente essere accompagnato da una trasformazione strutturale dei sistemi di gestione, che da mera organizzazione di servizi devono assumere il connotato di sistemi industriali in grado di gestire un complesso di attività integrate finalizzate al recupero, di materia e di energia. La gestione dei rifiuti è diventata un’attività articolata, nella quale l’efficacia organizzativa del ciclo deve sposarsi con la capacità di realizzare e gestire impianti con caratteristiche tecnologiche sempre più complesse. È necessario un sistema integrato di gestione in cui la riduzione della produzione di rifiuti, il riciclaggio e il recupero energetico siano elementi tra loro complementari, al fine di raggiungere l’obiettivo di minimizzare il ricorso alla discarica.
A.1.1. Il ciclo integrato dei rifiuti
Con l’espressione ciclo integrato dei rifiuti si intende un insieme di attività fortemente eterogeneo, composto dall’intera filiera di raccolta, trasporto, trattamento, recupero e smaltimento.
Il d.lgs. n. 152/2006 (Codice dell’ambiente) classifica i rifiuti secondo la provenienza e la pericolosità, distinguendoli in urbani e speciali, pericolosi e non pericolosi.
Il termine rifiuto evoca nell’immaginario collettivo visioni negative, alle quali si associano problemi di ordine sociale e sanitario, costi e inquinamento. Nel nostro Paese poi non si può parlare di rifiuti senza andare con il pensiero alle situazioni emergenziali, che sempre più spesso hanno contraddistinto alcune realtà territoriali, anche per la diffusa e cronica carenza decisionale e attuativa degli Enti locali.
Non vi è dubbio alcuno riguardo al fatto che i rifiuti rappresentino un problema ambientale, con impatti di ampia portata e conseguenze sia su scala locale, sia su scala globale. Si è assistito tuttavia nel corso del tempo a un cambiamento prospettico di
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