Page 19 - Dossier modello A2.0
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tonnellata per abitante. I minori livelli di produzione osservati per le Regioni meridionali non possono in realtà intendersi come un segnale di gestione virtuosa del ciclo dei rifiuti: una recente analisi delle determinanti della quantità dei rifiuti prodotti mostra infatti che, una volta depurate dall’effetto provocato dalle differenze di reddito, turismo e consumi, le Regioni del Mezzogiorno producono più rifiuti di quelle del Centro-Nord.
Passando a esaminare i soli rifiuti urbani, il primo elemento da evidenziare riguarda i livelli ancora bassi di raccolta differenziata raggiunti in media sul territorio italiano. Su un totale di circa 30 milioni di tonnellate di rifiuti urbani prodotti nel 2012, appena 12 milioni (circa il 40% del totale) sono stati raccolti differenziando le diverse tipologie di materiale. La frazione organica pesa sul totale raccolto per oltre un quarto, seguita da carta e vetro, mentre gli altri materiali rappresentano ancora una componente abbastanza ridotta della raccolta. Si deve sottolineare come il peso degli imballaggi sia molto rilevante per tutte le categorie merceologiche e in particolare per il vetro e la plastica.
La realtà italiana è in effetti il risultato di condizioni profondamente differenti a livello territoriale; fatta eccezione per il Lazio, tutte le Regioni del Centro-Nord superano le percentuali di raccolta differenziata media nazionale (39,9%), con il Trentino Alto Adige e il Veneto che differenziano più del 60% dei rifiuti prodotti. Nel Mezzogiorno solamente la Sardegna e la Campania registrano percentuali di differenziata superiori al dato medio nazionale.
A.2.2. Il trattamento e il recupero
L’Italia si può collocare tra i Paesi dell’Unione Europea che presentano i maggiori deficit proprio nel comparto del trattamento e della valorizzazione dei rifiuti. Come si è già avuto modo di evidenziare, nonostante le priorità indicate dalla Commissione e recepite dalla normativa nazionale, il nostro Paese continua a distinguersi per un eccessivo ricorso alla discarica.
L’analisi dei dati relativi alle varie modalità di gestione dei rifiuti raccolti evidenzia questo aspetto soprattutto per quanto riguarda i rifiuti urbani, che vengono smaltiti in discarica nel 42,1% dei casi. Il riciclaggio delle diverse frazioni merceologiche provenienti dalla raccolta differenziata o dagli impianti di trattamento meccanico biologico (TMB) riguarda il 34,4% dei rifiuti urbani, l’11,6% dei quali è costituito dal trattamento della frazione organica (compostaggio). Diverso il discorso nel caso dei rifiuti speciali, che per il 57,5% vengono utilizzati per il recupero di materia, mentre il ricorso alla discarica riguarda appena l’8,2% del totale, a conferma della maggiore difficoltà di gestione che interessa i rifiuti urbani, nonostante la loro minor incidenza sul totale complessivo di rifiuti prodotti in Italia (19,1%). In merito ai rifiuti speciali si osserva il ruolo della componente “messa in riserva” (13,6%), che rappresenta la quantità di rifiuto destinata a impianti di stoccaggio, preliminari alla destinazione finale.
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