Page 21 - Dossier modello A2.0
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Nel 2010, il volume di rifiuti avviati a recupero non energetico in Italia è stato pari a circa 92,7 milioni di tonnellate.
Il 55% circa di questi (51 milioni di tonnellate) è costituito da rifiuti di demolizione, terre e rifiuti minerari impiegati per riempimenti vari e sottofondi stradali o nella produzione di ghiaie e cemento. Seguono, con un volume di circa 24,1 milioni di tonnellate, i c.d. rifiuti riciclabili, ovvero metalli, carta, plastica, legno, gomma e tessili, prevalentemente destinati a riciclo industriale per la produzione di materie prime seconde (26% del totale).
Altri flussi avviati a trattamenti di riciclo industriale, da cui si generano materie prime seconde – pur con tassi di effettivo recupero inferiori e altamente variabili rispetto ai rifiuti c.d. riciclabili e ai “misti ordinari” – sono costituiti da:
• Rifiuti misti avviati a impianti di riciclo (rifiuti urbani, ingombranti, industriali), c.d. misti ordinari, che raggiungono volumi comunque non trascurabili e pari a circa 8,8 milioni di tonnellate (9,5%);
• Rifiuti chimici (pari a 2,3 milioni di tonnellate, il 2,5% del totale) di cui solo una parte, ovvero quella rappresentata da solventi e oli, viene effettivamente riciclata;
• Rifiuti da apparecchiature elettroniche e veicoli dismessi per circa 1,6 milioni di tonnellate (1,8%).
Infine una quota non trascurabile di rifiuti avviati a recupero è rappresentata da rifiuti vegetali e animali (circa 4,2 milioni di tonnellate, il 4,5% del totale) destinati principalmente a recupero agricolo, come anche gran parte dei fanghi (circa 0,5 milioni di tonnellate).
Dei 92,7 milioni di tonnellate di rifiuti avviati a riciclo, secondo ISPRA, quelli che provengono dagli urbani, ovvero in ultima analisi dalla raccolta differenziata, sono circa 12 milioni di tonnellate. Tale circostanza fornisce importanti indicazioni circa gli interventi prioritari da intraprendere a sostegno dell’industria del riciclo. Sebbene la raccolta differenziata costituisca uno strumento di indubbio valore nel passaggio dall’economia lineare a quella circolare, appare chiaro come sia opportuno agire con decisione per consolidare e rafforzare i tassi di riciclo degli scarti industriali. Non solo, focalizzare l’attenzione sulle quantità riciclate e sugli effettivi tassi di recupero dei materiali raccolti, piuttosto che sulla mera quantificazione dei volumi di raccolta differenziata, anche in sede di definizione degli obiettivi target da assegnare, consente di rafforzare l’intero sistema economico. Il riciclo, infatti, non rileva esclusivamente per i benefíci ambientali connessi alla riduzione dei volumi conferiti in discarica ma, alimentando il mercato delle materie prime seconde, rappresenta un elemento cruciale per l’intero sistema industriale.
A oggi, peraltro, la produzione di materie prime seconde alimentata dall’industria nazionale del riciclo non è in grado di sostenere la forte domanda che giunge dal tessuto industriale italiano: nel 2011 sono state impiegate circa 35 milioni di tonnellate di
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