Page 20 - Dossier modello A2.0
P. 20
Un ultimo cenno meritano infine le differenti modalità di gestione dei rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi: se infatti per quanto riguarda questi ultimi il recupero di materia rappresenta ancora una volta la modalità principale di gestione (61,2%), nel caso dei rifiuti speciali pericolosi la forma di smaltimento maggiormente utilizzata è il trattamento chimico-fisico, pari al 76,3% del totale pericoloso smaltito.
Il diffuso ricorso alla discarica, oltre a rappresentare un’evidente contraddizione rispetto ai principi europei, che vedono nella discarica la “worst choice”, rischia anche in breve di essere una scelta non più perseguibile per esaurimento delle capacità degli impianti attualmente esistenti e per la difficoltà/impossibilità di crearne di nuovi, sia a causa dei vincoli normativi, sia per la mancanza di spazi disponibili a tale scopo. Il tema dell’esaurimento del territorio non può infatti essere tralasciato, rappresentando un evidente vincolo insopprimibile.
A.2.3. Il riciclo e il recupero di materia
In un Paese come l’Italia, strutturalmente povero di materie prime, il recupero di energia non esaurisce il potenziale dei rifiuti come risorsa economica da reimmettere nei cicli produttivi. Al contrario, il recupero di materia rappresenta la modalità prevalente di trattamento e valorizzazione dei rifiuti speciali, con una quota del 57,5% del totale, mentre per i rifiuti urbani costituisce la seconda modalità di trattamento dopo la discarica, con una quota pari al 22,8%.
Non solo, in un contesto in cui si rileva una crescita poco sostenibile del consumo di materie prime a livello mondiale (l’OCSE stima che l’estrazione mondiale di risorse sia aumentata del 36% dal 1980 al 2002 e prevede che crescerà di un ulteriore 48% entro il 2020), l’Italia si caratterizza per una particolare fragilità rispetto al proprio grado di autonomia nell’approvvigionamento di beni primari, in particolare per quanto riguarda i metalli.
Se, infatti, il grado di autonomia nazionale relativo ai combustibili fossili tra il 1980 e il 2005, pur mantenendosi molto modesto, resta compreso tra 0,12 e 0,15 (un valore pari a 1 è sinonimo di autosufficienza, un valore compreso fra 0 e 1 è indicativo di un eccesso di domanda e un indicatore maggiore di 1 un segnale di eccedenza), quello relativo ai metalli non solo è sempre piuttosto basso, ma si contrae passando da 0,07 a 0,01.
Tale circostanza si è tradotta in un elevato fabbisogno di materie prime seconde come input per i processi di trasformazione industriale. L’Italia, infatti, si caratterizza (caso rarissimo in Europa) per flussi rilevanti di importazione di materie prime seconde dall’estero, che impiega nei processi di trasformazione industriale.
Il sistema economico e industriale nazionale è quindi caratterizzato da un riciclo interno molto elevato dei rifiuti pre-consumo, tipicamente scarti industriali, nonché dal reimpiego nei processi industriali dei rifiuti post-consumo, ovvero quelli derivati dalla raccolta differenziata, principalmente imballaggi.
Ambiente 2.0 Consorzio Stabile S. C. a r.l.
Sede legale: Strada 4, Palazzo A7 - Milanofiori Assago (MI) Tel. 800664670 - Fax 02.528682253 www.ambienteduepuntozero.it - info@ambienteduepuntozero.it
17