Page 30 - Dossier modello A2.0
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• Il settore si contraddistingue per l’elevato fabbisogno di investimenti di tipo impiantistico;
• Finanziare tale fabbisogno con risorse pubbliche, in un periodo di rigorosa disciplina fiscale, appare sempre più arduo;
• L’accesso a forme innovative di finanziamento privato evidenzia numerose criticità;
• I tempi di rientro degli investimenti che contraddistinguono il settore sono piuttosto lunghi, con rendimenti positivi prodotti solo alcuni anni dopo l’avvio delle attività.
Complice anche la crisi finanziaria e l’entrata in vigore di un set di regole restrittive, nell’intento di rafforzare la stabilità finanziaria (Basilea III, IAS ecc.), gli istituti di credito incontrano infatti sempre maggiori difficoltà nella concessione di finanziamenti di medio-lungo termine. I Long Term Investors (LTI), sia nelle loro forme più tradizionali (fondi pensione e assicurativi), sia nelle forme più innovative (fondi sovrani e banche di sviluppo), si contraddistinguono invece proprio per la redditività dei propri impieghi, che si estende su un orizzonte temporale più esteso rispetto al credito privato. Inoltre, soprattutto nel caso delle banche di sviluppo, non è da trascurare il ruolo importante di volano che esse svolgono rispetto al settore privato, che potrebbe essere significativamente trainato da un loro intervento.
Immaginare un maggiore coinvolgimento di tali investitori per la realizzazione di investimenti nel comparto potrebbe dunque favorire una ripresa più generale del mercato del credito per le imprese dei rifiuti, con conseguenze positive per lo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali e nuove soluzioni tecnologicamente più avanzate e più sostenibili dal punto di vista ambientale.
A.2.5. Le prospettive di sviluppo
La “discarica zero” non è una chimera: alcune Regioni hanno già raggiunto l’obiettivo. La leva per lo sviluppo industriale del comparto è il superamento dei nodi strutturali.
Nel 1997, con il decreto Ronchi, si è avviato in Italia un percorso di modernizzazione del settore dei rifiuti che, seppur lontano dal compiersi, ha tuttavia profondamente modificato il comparto, sia nella struttura del mercato, sia nelle fasi della gestione. Alla riorganizzazione del settore si è accompagnata una sorta di rivoluzione verso una gestione sostenibile dei rifiuti, che, nel rispetto delle indicazioni comunitarie, ha favorito la diffusione di buone pratiche in termini di capacità di riciclo, comportando anche cambia- menti radicali negli stili di vita dei cittadini.
Certo i problemi irrisolti sono ancora tanti: il ricorso alla discarica non è un’eccezione, ma ancora oggi la via principale per smaltire i rifiuti; la raccolta differenziata stenta a decollare, soprattutto in alcune parti del territo- rio italiano; sul recupero di materia e di energia ancora si assiste a un acceso dibattito, spesso ideologico.
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