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GUIDA ALL’IMMAGINE
L'equilibrio
tra pieni e vuoti
Horror Vacui (paura del vuoto), nell’arte questo termine indica la tendenza a riempire
ogni spazio vuoto con qualcosa. In fotografia l’horror vacui si traduce in scatti che tra-
boccano di elementi, non necessariamente disordinati, ma che riempiono ogni possibi-
le spazio.
Nel ritratto, e non solo, per creare immagini piacevoli conviene invece andare in senso
opposto, lasciando dello spazio attorno al soggetto. In questo modo si semplifica la let-
tura dell’immagine, si esalta il soggetto rispetto a ciò gli sta attorno, si asseconda la sua
posa e infine, scusate se è poco, si alleggerisce il fotogramma da tanti elementi inutili.
Il fotografo ha ben sfruttato “Less is more”, dicono gli inglesi proprio per sottolineare i vantaggi di togliere quanto
la rotazione della testa della non è necessario. Già, ma cosa possiamo togliere?
volpe, accompagnandola con Una tecnica ben conosciuta è lasciare dello spazio vuoto nella direzione dello sguardo
il fuori fuoco del corpo e dello del soggetto; possiamo anche dire “lasciare aria” nella direzione verso cui punta il sog-
sfondo. Provate a pensare a getto. Vi faccio alcuni esempi tratti dal mondo dello sport: un lanciatore di disco, uno
quanto il risultato sarebbe stato sciatore che piomba giù dalla montagna innevata, un pugile che sta per sferrare un col-
meno efficace se tutto il corpo po, un saltatore in lungo, sono tutti esempi in cui lo spazio lasciato nella direzione dell’a-
fosse stato a fuoco! zione può magicamente non essere più percepito come vuoto, ma come “respiro” per il
soggetto.
Ovviamente questa scelta non vale sempre, altrimenti si avrebbero scatti tutti identici, il
fotografo può ad esempio decidere di “schiacciare “un pedone sul bordo del fotogram-
ma per creare un’immagine forte.
In generale lo spazio vuoto significa “libertà”, di movimento, di azione, di vista e anche di
pensiero, se volete. Facendo l’opposto si fornisce una lettura della scena che trasmette
una sensazione di oppressione.
Immaginate un ritratto in cui il protagonista è seduto e ha lo sguardo rivolto verso il
basso, di lato; non vi verrebbe la tentazione di schiacciarlo ancor di più verso il bordo
del fotogramma per accentuare la sensazione di sofferenza che l’immagine comunica?
L’opposto sarebbe ruotare leggermente il volto del soggetto per dargli “respiro”, magari
aprendo un poco il diaframma per aumentare la luminosità dell’immagine e introdurre
del bokeh, che aiuta l’isolamento dal contesto.
Come in tutti i casi in cui il soggetto viene decentrato, esposizione e messa a fuoco van-
no curate con attenzione per evitare gli errori degli automatismi, anche se è vero che le
moderne fotocamere sono molto sofisticate. Di certo usando l’AF agganciato al punto
centrale, e dovendo quindi ricomporre la scena decentrata prima dello scatto, un mini-
mo di cura è consigliabile.
Occorre anche considerare che, decentrando un soggetto con focali grandangolari c’è il
rischio di introdurre deformazioni dovute non tanto alle aberrazioni, quanto alla natu-
rale fuga prospettica.
E ancora.
• Lo spazio vuoto attorno al soggetto, come detto, alleggerisce l’immagine; non temiate
di perdere dei dettagli o che lo sfondo distragga la lettura dell’immagine.
• Partite sempre da un’inquadratura ampia per poi stringere sul soggetto, ovviamente se
necessario; facendo l’opposto, a distanza ravvicinata non avreste la consapevolezza di
ciò che avviene attorno al soggetto, avendolo scartato a priori.
• Tenete presente che nel ritratto il contesto può essere importante perché spesso qua-
lifica il soggetto. Per lo stesso motivo non abusate del bokeh estremo.
L’immagine che vi proponiamo è il ritratto di un animale in cui particolarmente evidente
è il rapporto tra pieni e vuoti. Il vuoto a destra è accentuato dallo sfocato che, dietro al
muso, avvolge anche il corpo dell’animale.
È un’immagine insolita per la fotografia naturalistica, che tende piuttosto alla ricerca
dell’elevata nitidezza; non è un caso che le attuali reflex e mirrorless sia dotate di un tra-
cking continuo affidabile che permette di ottenere un’elevata nitidezza anche a focali
elevate e a diaframmi mediamente aperti.
PROGRESSO FOTOGRAFICO SERIE ORO l 37