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PILLOLE DI PRATICA





































       Conoscere e capire la luce




       La luce è la materia che dipinge le nostre fotografie, che ha il potere di creare un’atmosfera, di dare tridimensionalità alla scena
       o di valorizzare un soggetto. In un mondo in cui la fotografia è a portata di tutti, la differenza fra un bravo fotografo e il resto del
       mondo è la sua capacità di vedere o prevedere la luce e usarla secondo il suo stile.
       Conoscere la luce è il primo passo. Possiamo infatti distinguere la luce naturale (spesso associata al sole, ma anche alla luna, al
       fuoco…) da quella artificiale (generata da lampade, insegne, flash…). Si può anche parlare di luce ambiente, che comprende
       tutte le luci presenti sulla scena, siano esse naturali o artificiali. Ma saper distinguere tra questi tipi di luce non serve a niente, se
       poi non siamo in grado di capire la luce.
       Comprendere la luce significa osservarne le caratteristiche:
        •  Qualità
          La luce può essere morbida quando è diffusa, avvolgente e produce ombre aperte (cioè non troppo scure). E’ una luce che
          tende a ingentilire il soggetto.
          All’opposto troviamo la luce dura, piuttosto contrastata, con ombre scure e dai margini netti. Ideale per comunicare forza e
          decisione.
          In natura la qualità della luce è data dal… meteo!  Con il cielo coperto luce è morbida, con il sole che spacca le pietre la luce
          è dura.
          Ricordando che più la fonte luminosa è vicina e grande rispetto al soggetto e più sarà morbida, ecco spiegato perché per am-
          morbidire la luce del sole si usano grandi ombrelli diffusori, oppure pannelli traslucidi posti fra il soggetto e la fonte di luce.
        •  Direzione
          È importante notare da dove la luce proviene, questo ci aiuterà a pianificare meglio la ripresa fotografica.
          Una luce frontale al soggetto ha il pregio di illuminarlo in maniera uniforme, facilitandoci nell’esposizione. Tuttavia è una lu-
          ce piuttosto piatta, poco incline a creare volumi.
          Quando è laterale la luce dà il meglio di sé: crea chiaroscuri che donano tridimensionalità alla scena e, in base all’angolo di
          incidenza, permette di riprodurre schemi di illuminazione tipici della pittura (Rembrandt, Loop, Bipartita), o di esasperare la
          texture delle superfici. C’è poi il controluce con cui giocare per creare immagini di tipo grafico (silhouette, flare).
        •  Colore
          La luce può essere ricca di tonalità calde (tramonto), dorate (primo mattino) o fredde (ombra aperta). Ha quindi un suo colo-
          re che varia nell’arco della giornata. Tecnicamente il colore della luce è espresso in K (Kelvin; non “gradi Kelvin”, mi raccoman-
          do…) e si parla di temperatura di colore. La luce bianca del sole a mezzogiorno ha una temperatura di 5500 K, valori inferiori
          indicano la graduale comparsa di tonalità calde, mentre valori superiori portano verso tonalità fredde.
       Prima di scattare, soffermiamoci a osservare, alleniamo l’occhio a una nuova consapevolezza delle potenzialità che la luce ci of-
       fre e sfruttiamole a nostro vantaggio.


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