Page 12 - ART IN THE BIN - Catalogo Mostra
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Dario Agrimi, autore di “La misura dell’odio” e “Bias”, ci fornisce, invece, due esempi di opere concettuali che travalicano l’aspetto artistico e diventano esplicita invettiva contro l’essere umano inteso come “rifiuto nocivo” per la vita sul pianeta Terra. La lama di un coltello usurato e logoro, in cui sono segnate le esatte distanze per infliggere un colpo mortale e l’organo da colpire, chiarisce inequivocabilmente il pensiero dell’artista e si fa espressione di un disagio interiore personale e di un’intera generazione. Nell’installazione “La fragilità non inquina”, di efficace evidenza simbolica e concettuale, l’artista Paolo Mezzadri con tre piccole sagome umane poste su alti piedistalli dorati, alla cui base si accatastano lettere in ferro arrugginito, rappresenta, di contro, la paura del rifiuto come stato di allarme sociale ed esperienza comune negli esseri umani che “come fragili telai composti da spazi e lettere...viviamo”.
Utilizzando un lettering concettuale anche l’artista Marco Solzi sente incombere su di sé la minaccia della società del pericolo che caratterizza il nostro tempo e dirama, attraverso il suo linguaggio espressivo, un alert rilanciando il suo monito per il rispetto e la salvaguardia del pianeta. L’artista cremonese dipinge su due tele bianche le sigle HELP e SOS, titolo delle stesse, prolungando la sequenza delle lettere per rendere più incisivo il suo appello ed esprimendo nella caduta della lettera finale, metafora del crollo della speranza, il timore che il futuro della terra e delle nuove generazioni possano finire nel “cestino” della storia.
L’ambiente siamo noi, sembrano voler dire le provocatorie installazioni di Luigi Citarella, “forme mutate in corpi nuovi” che dal vivo, nella loro studiata elaborazione ed espressione estrema, stupiscono ed emozionano. L’artista affronta il tema ambientale mettendo in discussione i valori culturali, lamentandone e denunciandone la crisi sia che attraversi la religione, la morale o l’arte.
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