Page 267 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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CULTURA AL TEMPO DI PERICLE.  257
                          ,
    a core mollo più dei tre principi sunnominati  l’ educazione mo-
    rale. È per questo che alle Panatenee, quelle feste solenni alle
    quali concorreva  la pof>olazione. di tutta l’Attica, ordinò che ci si
    leggesse al popolo  i poemi d’ Omero e la Perseide di Cherilo. È
   • parimente per questo che moltiplicò  lo  feste, d’ Atene  fino a
    ottanta per anno, e accese negli .Ateniesi più che potè gagliarda
    passione per gli spettacoli teatrali.
       Anticamente l’ingresso al teatro in Atene era gratuito. Da
    ciò ne veniva che  1’ allluenza degli spettatori era tale da riuscir
    di pericolo, essendo  il teatro di legno. Infatti una volta rovina-
    rono i sedili  ; e allora si pensò d’ ovviare a simili disgrazie ulte-
    riori, stabilendo una paga di due oboli per l’ingresso. Quest’uso
    si mantenne *anche dopo che fu costruito un  teatro  di pietra.
    Ora, volendo Pericle che degli sjiettacoli teatrali ne godessero
    anche  i più poveri cittadini, ripristinò l’uso antico ma in una
                          ,
    forma diversa, a motivo dei forestieri che dovevan pagare. In-
    vece d’abolir la paga dichiarando che era libero a ognuno l’in-
    gresso in teatro, stabili che tutti  i cittadini avrebbero ricevuto
    dal pubblico erario  il danaro occorrente  ; e fondò un’ apposita
    cassa chiamata teoricon. Per questa istituzione, come jier quella
    dinante feste, fu mossa a Pericle l’accusa di pazza prodigalità.
    E sarebbero state davvero spese inutili, anzi dannose, quando
    sul teatro non si fossero esposte le tragedie d’Eschilo che vigo-
    rosamente incitavano all’ amor della gloria, e le tragedie di So-
    focle c d’ Euripide, volgenti gli animi alla dolcezza e alla virtù;
    e quando  i tanti giorni festivi fossero stati giorni di sciopero e
    (li dissolutezza. Al contrario erano grandi solennità nazionali
    nelle quàli alia magnificenza delle pompe religiose s’ accoppiava
    gli  spettacoli dell’ arte  la più perfetta e della più ridente na-
    tura; e  i grandi spettacoli ispirano sempre grandi pensieri.
       Ma nes-suno farà eco  agli  alleati, rimproverando Pericle
    dell’ immenso danaro impiegato nei magnifici monumenti di cui
    volle adorna la sua città, come una femmina vana (cosi dice-
    vano con sarcasmo gli alleati medesimi) tutta carica di gioielli.^
    Alene era dovenlata una grande officina. Non c’era braccia che
    se ne stessero inoperose, e  i suoi abbellimenti erano per  tutti
    una sorgente di guadagno e di benessere materiale. Mentre in
    città lavoravano legnaioli, plasticatori, magnani,  scultori,  tin-
       ( Fluì. Peric/e, iS.
       Storta deWantita Grotta.  (7
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