Page 264 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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       254      LEZIOSE SEDICESIMA.
          Lo ricchezze poi d’ Atene provenivano da varie sorgenti di
       cui eran queste le principali  :
          l*  I domimi dello Stato, come a dire pascoli, foreste, case,,  •
       teatri, fiumi, saline,  miniere,  ec. Questi domihii eran dati in
       affitto ondo semplicizzaro  1’ amministrazione; e l’affitto, in certi
       casi era temporaneo, e in ceri’ altri perpetuo trasmettendosi per
       eredità dall’ affittuario. Consisteva per lo piii in una somma fissa
       da pagarsi una volta l’anno, c in una somma variabile a pro-
       porzione del prodotto dei beni affittati.
          2» Le tasse e multe giudiziarie. Lo dovevano rendere una
       ricca somma, se  si pensa che gli alleati eran costretti a ricor-
                                   *
       rere ad Alene per tulli  i processi di maggiore importanza.
          3® Le dogane. Ogni, mercanzia esportala o importata per
       mare, era .soggetta a gabella, sia che si vendesse all’ ingrosso, sia
       che si vendes.se al minuta.
          4® La tassa dei forestieri. Ogni meteco doveva pagare allo
       Stato la protezione che ne riceveva, tanto lui che la .sua fami-
       glia, collo sborso annuale di dodici dramme (jioco più di 11 fran-
       chi). In lutti gli Stati greci c’ era questa tas.sa sui forestieri ma
                                ,
       a nes.«uno fruttava quanto ad Atene dove affluivano in maggior
       copia 0 per ragioni di commercio o per la rinomanza del luogo.
          5® La tassa degli schiavi. Era di tre oboli a testa e la pa-
       gavano  i rispettivi padroni.
          6"  I  tributi degli  alleati. Questi eran senza confronto la
       rendita principale. S’è già detto che  al tempo di Pericle eran
       saliti a secento talenti. Più tardi, durante la guerra del Pelopon-
       neso, furono ancora accresciuti, sebbene sia poco credibile che
       Alcibiade gli raddoppiasse portandoli a milledugento talenti.
          7® Le contribuzioni dei cittadini che chiamavano liturgie :
       contribuzioni che non accrescevano veramente l’entrata dello
       Stato ma ne scemavano  l’ uscita. L’ erano a carico di tutti quelli
       che possedevano una rendita non minore di tre talenti, e si sce-
       glievano  (i  liturgi) per ordine nelle varie tribù, seppure non ci
       era qualcuno che se  le addo.ssasse spontaneamente. Le liturgie
       ordinarie eran quattro. La prima era la coregìa, cioè l’obbligo
       di somministrare e dirigere  i cori per  gli spettacoli e fornire
       tutto ciò che occorreva allo decorazioni teatrali. La seconda era
       la ginnasiarchia  cioè  l’ obbligo di provvedere alle spese dei gin-
       nasi in cui  si addestravano  i lottatori pei giochi pubblici. La
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