Page 503 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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           DALLA. MORTE d’ ALESSANDRO A QUELLA D’ EUMENE.  493
       » che fosse portata la rota e chiamati  i carnefici. Ma Agnonide,
       » accorgendosi che quella cosa rincresceva adito,© pensando che
       »• la sarebbe barbara e abominevole, ci s’oppose: — Quando pren-
       » deremo,  disse,  lo  scellerato Callimedoate,  lui, o Ateniesi,
       »  lo metteremo alla tortura: ma contro Focione, io non chieggo
       » nulla di simile. — Allora un uomo dabbene gridò: — Hai ra-
       » gione; perché se mettiamo alla tortura Focione, cosa faremo
       » dunque a te?— Il decreto fu approvato, e si passò  ai voti.
       » S’alzarono tutti quanti  : molti anche s’ inghirlandarono di fiori.
       » La morte era decisa. Nicocle,Tudippo, Egemone e Pitocle erano
       » presenti con Focione  : Demetrio Falereo, Callimedontc, Caricle
       » e alcuni altri furono condannati in contumacia.
          » Sciolta l’assemblea,  i condannati furono condotti in pri-
       » gione. Tutti, mentre erano abbracciati dai loro amici e parenti,
       D camminavano piangendo e deplorando la propria sventura  :  il
       » solo Focione mostrava quello stesso viso di quando usciva dal-
       », l’assemblea dopo esserci stato eletto stratego. Quelli che lo ve-
       » devano non potevano fare a meno d’ammirare la sua impassi-
      »  bilità e magnanimità.  I suoi nemici gli andavano a fianco cari-
      » candolo  d’ ingiurie  ; e uno osò perfino di venirgli  dinanzi  e
       »  sputargli in facccia. Procione si voltò agli arconti, e disse con
       » aria tranquilla  :— E nessuno reprimerà la sfacciataggine di co-
       » stui ?— Arrivati nella prigione, Tudippo, vedendo pestar la ci-
       » cuta, si détte a lamentarsi, a piangere e a dire che era un’in-
       »  giustizia- il farlo morir con Procione.—Come! gli disse questo;
       » non  ti consola di morir con Procione?— Uno de’ suoi amici gli
       » domandò se avesse nulla da  far dire al suo figliolo Foco —
                                                 :
       » Certo, rispose  lui,  gli raccomando di dimenticare  l’ingiii-
       »  stizia degli Ateniesi. — Nicocle, che era il più fedele de’ .suoi
       amici, lo pregò di lasciargli bere  il veleno pel primo,  o La tua
       » domanda, » rispose Focione, « é grave e dolorosa  : ma giac-
       » che in tutta la mia vita non t’ho ricusato mai ne5.suna cosa,
       »  ti concedo anche questa. — Quando tutti  gli  altri ebbero bc-
       » voto, mancò la cicuta per Focione, o il carnefice dichiarò che
       » non ne avrebbe pestata più altra, seppure non gli si desse do-
       » dici dramme, che erano appunto  il costo dì ciascuna dose. Sic-
       » come questa difficoltà cagionava del ritardo, Focione chiamò uno
       » de’ suoi amici e gli disse :— Giacché ad Atene non si può morir
       » gratis, dài,  ti prego, a quest’ uomo il danaro che domanda.





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