Page 129 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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            anni”, cioè ha usato una specif cazione (tamy  ), ma la specif cazione
            non è se non un nome indeterminato ( ), e così non ha specif cato
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            un tempo. Non so se i settanta anni riguardino il tempo dei giorni del
            Signore, o i giorni di Colui che detiene le vie di ascesa (   l-ma ā i ) [cfr.
            Cor. LXX-3] o i giorni di uno degli astri mobili che retrocedono [cfr.
            Cor. XXXVI-39], o i giorni del movimento maggiore ( ), o i giorni che
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            conosciamo. La faccenda è oscura: tanto vale la forma indeterminata
            che è usata nel testo dello ḥa   .
            Analogamente  il  suo  detto  “il  suo  volto  ( a  )”  è  ambiguo:  si  tratta
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            del suo volto, inteso come la sua essenza ( āt) ( ) o del suo volto nel
            senso comunemente inteso? E così anche per il suo detto “dal fuoco”,
            con l’articolo determinativo: intende il fuoco conosciuto o la dimora
            [dell’aldilà] in cui vi sarà il fuoco [infernale]? Talvolta il servitore ha
            fatto un’opera che merita l’ingresso in quella dimora, ma il fuoco non
            lo lambisce. In realtà non c’è nessuno di noi che non arrivi ad essa [cfr.
            Cor. XIX-71], poiché essa [fa parte della] via verso il Paradiso. E se non
            ci fosse nel signif cato se non il fatto che il Ponte ( i ā ) passa su di essa
            nell’aldilà e che in questo mondo [il fuoco] è circondato da avversità
            (makā i ) [questo basterebbe ad indicare quanto abbiamo menzionato].

            Ti ho esposto la via (ma  a a  della realizzazione (taḥ   ) nella rif essione
            ( a a ) sul discorso di Allah e sul discorso di colui che è l’interprete di
            Allah, si tratti di un Messaggero inviato o di un Intimo che trasmette
            uno ḥa   .

                CONTINUAZIONE RIGUARDO ALLA SEZIONE SUL
                 FATTO CHE LA DONNA GRAVIDA E QUELLA CHE


            156 Il termine “ a   ” indica una delle divisioni dell’anno e per estensione l’anno stesso.
            157 Si tratta probabilmente del giorno “siderale”, cioè del tempo che impiega una stella
            “f ssa” a ritornare nella stessa posizione rispetto ad un osservatore sulla Terra; tale
            giorno è leggermente più corto di quello “solare”, che corrisponde al “giorno che cono-
            sciamo”. La lista dei “giorni” citati nelle Futūḥāt non si limita peraltro a quelli qui elen-
            cati: si può consultare a questo proposito “       a      im  a      m l  y” di Mohamed
            Haj Yousef, pagg. 53-65.
            158 Nel Corano (XXVIII-88) è detto che “ogni cosa perisce salvo il suo/Suo volto”, ed
            Ibn ʿArabī attribuisce spesso l’aggettivo possessivo alla cosa e non ad Allah: “Sappi che le
            realtà essenziali non sono passibili di deperimento ( alāk), ed il volto della cosa è la sua realtà
            essenziale” [Cap. 73, q.XCVIII (II 100.9)], “ciò che si intende per i volti sono le nostre realtà
            essenziali, poiché il volto della cosa è la sua realtà essenziale” [Cap. 98 (II 182.17)].
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