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Insomma Dan Brown non ha scoperto nulla
di nuovo. A conferma dell'atteggiamento
ambiguo, cosciente o inconsapevole che sia,
tenuto nel Perché mai avrebbe voluto effigiarsi in un
quadro del tutto originale come quello
rappresentare la figura di San Giovanni esiste dell’Ultima Cena? Che anche lui come
anche un disegno dello stesso Leonardo da Leonardo abbia voluto lasciare un segno della
sua appartenenza al sodalizio misterioso del
Vinci conservato oggi alla Biblioteca Reale di Priorato di Sion, mostrando quindi di
Torino presentato alla mostra "Il Genio e le condividere la tesi della Maddalena sposa di
passioni" curata nel 2001 da Pietro Marani. Si Cristo?
tratta chiaramente del volto di una fanciulla
che, secondo lo stesso curatore della mostra,
sarebbe poi stato adottato per alcuni
personaggi del Cenacolo, compreso lo stesso
Giovanni "che doveva essere contraddistinto
da un'analoga dolcezza e intensità, se la
pittura non fosse subito deperita". Giulio
Campi aveva dunque davanti a sè un
tradizione iconografica precisa cui far
riferimento. Semmai non si è sforzato con la
fantasia nel replicare inalterata la figura,
quasi fosse un fumetto, facendole vestire i
panni di Maddalena nel riquadro sovrastante.
Fabizio Loffi laureato in lettere e filosofia
è Giornalista a Primarete Lombardia
Ma il quadro dell’Ultima Cena presenta un
altro particolare che lo rende unico e vicedirettore Cronaca di Cremona e
misterioso. L’autore, Giulio Campi, avrebbe ricercatore esperto nel cremonese . Tra le
infatti voluto apporvi una sorta di sigillo varie opere di rilievo e interesse è il suo
raffigurando se stesso in uno dei personaggi libro : Volti e fatti di una Cremona antica
che assistono al banchetto. E’ l’enigmatico ed. CremonaProduce. Un interessante
personaggio che si affaccia all’estrema destra. viaggio di eventi realmente accaduti dal
L’unico a voltarsi verso XIII al XX secolo.
l’osservatore. Il suo viso, tra i
discepoli che si affollano intorno a
Cristo, è l’unico fortemente
caratterizzato, incorniciato da una
rada barba del tutto simile a quella
presente sul profilo di una medaglia
dell’Accademia Carrara di Bergamo
dedicata appunto al nostro illustre
concittadino. Ed è anche l’unico, in
una scena di genere, a vestire un
abito di foggia moderna. Quando
dipinse la tela verso il 1569 Giulio doveva
avere intorno ai 62/63 anni, era ormai alla fine
della sua carriera e si trovava a rivaleggiare
nello stesso lavoro con il più giovane
Bernardino, allora nella sua piena maturità
artistica.