Page 10 - My Father-Final Italian
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Durante la mia infanzia, esistevano molti programmi Kirtan, Bhajan, e preghiere Arati a cui avevo l’opportunità di partecipare. Queste cose crearono una idea di spiritualità e, specialmente, un amore per il canto e la memorizzazione, che sono poi diventate parti della mia pratica yogica.
Ricordo mia madre cantare mentre faceva il pane Roti quasi quotidianamente durante i miei giorni di scuola, e mentre mi serviva il pane caldo. Io riuscivo a consumare qualsiasi quantità di cibo preparato da lei senza mai sentirmi appesantito. Non ho mai sprecato cibo, e, pertanto, fui benedetto da mio padre nel non patire mai la fame durante la mia vita.
Ho un ricordo di mio padre che sedeva vicino la foto del suo Guru durante i programmi Kirtan, dove un esperto compositore di Kirtan usava consegnare la preghiera. Alcune volte, le lacrime sgorgavano dai suoi occhi, mentre altre volte sorrideva come se stesse parlando col suo Guru. Durante le preghiere Arati del giovedì c’era un po’ di tempo in cui i devoti potevano cantare una canzone per ciascuno. Anche io cercavo di cantare qualche volta. Ero molto principiante nel canto, ma quel tempo è servito a darmi una base per l’insegnamento del canto nelle classi di Yoga. Ricordo chiaramente mio padre sorridere, o addirittura ridere in maniera leggermente udibile quando cantavo durante quelle giornate.
Quando avevo otto anni ebbe luogo la cerimonia del filo sacro (Maunji Bandhan). Nel corso di questa cerimonia, il sacerdote procede all’iniziazione di un ragazzo al Gayatri Mantra. Questa iniziazione avviene in una tenda di stoffa, all’interno della quale il ragazzo riceve segretamente dal sacerdote il Gayatri Mantra. Quando questa cerimonia stava per cominciare, mio padre disse al sacerdote incaricato che sarebbe stato lui stesso a impartirmi quel Mantra.
Entrambi fummo ricoperti di stoffa. Mio padre mi recitò quel Mantra una sola volta. Mi disse di recitarlo dodici volte al giorno. Con mio grande stupore, mi ritrovavo automaticamente a meditare sul sole quando cantavo questo Mantra. Ho proseguito con quel canto per più di quarant’anni. Di sicuro ho ricevuto enormi benefici da questa pratica. Ma, nel corso della mia vita, mio padre non mi chiese mai se stessi o meno praticando quel canto, e neanche io ho mai parlato con nessuno di ciò. Mi entusiasma notare, in qualità di insegnante di Yoga, come io sia stato capace di continuare così a lungo una pratica e come io pensassi che fosse una cosa naturale (vedi Foto 7 – La mia cerimonia del filo sacro).
Durante i primi quattro anni di scuola elementare, sono stato un normalissimo studente, con voti nella media o addirittura sotto la media.
Ero solito sedere ai lati della classe, oppure in fondo. C’erano due ragazze nella nostra classe. Una di loro arrivava sempre prima, e l’altra sempre seconda agli esami. Ma, giacché mio padre era stato insegnante nella stessa scuola, tutti gli insegnanti mi conoscevano e mi adoravano.
Mio padre era rispettato in tutta la scuola, non solo come insegnante, ma anche e soprattutto come Maestro di Spiritualità.
I maestri erano soliti portarmi da mangiare dei dolciumi.
Ma, quando arrivai al quinto anno al Liceo di Gopal (questa scuola ancora esiste!), fui piazzato nella Sezione B. La sezione A era per i migliori studenti; la B per quelli di media qualità; la C per quelli più scarsi. Al tempo, mio padre iniziò ad elogiarmi un pochino, di volta in volta. Non ricordo i dettagli, sinceramente.
La materia scolastica della lingua inglese venne introdotta al quinto anno. Cominciai anche a frequentare il Tilak Maharashtra Vidyapeeth, un istituto specializzato nell’insegnamento del Sanscrito, dell’Inglese e dell’Hindi, dopo le ore di scuola. Questi tutorati erano davvero economici, ma di alta qualità. Incontrai il mio insegnante di Sanscrito, il Dott. Thite, in quel posto, nel 1968, e lui è tutt’ora il mio maestro. Lui è stato l’unico, infatti, a revisionare la parte in sanscrito del mio libro “Adhiyoga, Sistema Autentico di Filosofia Yoga di Neel Kulkarni”, pubblicato nel 2014. Sentivo una certa qual sorgente di energia dentro di me nel corso del quinto anno scolastico. Da allora in poi, arrivai sempre primo nella sezione B, fino al settimo grado di scuola. Nell’ottavo
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