Page 8 - My Father-Final Italian
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C’era una costante sensazione della presenza di mio padre, a casa, quale Yogi, anche nel mezzo delle discussioni tra lui e mia madre, o nel mezzo di qualsiasi problema finanziario, o nel mezzo delle beghe familiari o dei divertimenti. In tutti gli avvenimenti, indifferentemente che fossero positivi o negativi, c’era sempre un forte sentore di energia, grazie alla sua presenza, che era solita dare quella fiducia che sarebbe andato tutto bene, alla fine. E questo è quello che accadeva sempre. Il periodo scolastico di mio padre fu costellato di enormi disagi; lui è sempre stato economicamente povero, in tutto l’arco della sua vita, fatta eccezione per il periodo appena successivo al suo matrimonio e fino alla terza figlia, quando la situazione finanziaria sembrava andare un pochino meglio.
Lui mangiava molto poco. Infatti, posso dire, onestamente, che sia l’unica persona che io abbia mai incontrato ad avere un completo controllo sulla sua lingua quando si mangiava. Non sono però mai riuscito a comprendere come la sua costituzione potesse essere così forte; aveva delle spalle molto larghe, e anche il suo petto era largo e forte. Le sue braccia erano possenti, i suoi polsi grandi ed erano forti persino le sue dita.
Non ho mai visto mio padre giacere in modo pigro durante tutto l’arco della sua vita. Si riposava unicamente quando era stanco o quando si ammalava. È calzante a questo punto raccontare un avvenimento sorprendente, cioè che prima della morte di mio padre, mia madre non era mai ammalata a tal punto da dover prendersi una pausa dal suo lavoro. Lei era solita aiutare le persone portatrici di malattie contagiose, ma non contrasse mai alcuna malattia, neanche della semplice tosse, o un raffreddore. Mio padre mi diceva spesso però che mia madre aveva dell’asma cronica scritta nella sua costituzione karmika, ma che lui l’aveva bloccata, fino a che lui non sarebbe morto. Tanto si rivelò essere vero. Dopo la morte di mio padre, lei visse per altri tredici anni, iniziando a soffrire sempre più gradualmente di asma. Lei doveva addirittura mettersi seduta la notte, in preda ad attacchi di asma e tosse secca.
Giacché stiamo parlando di malattie, vale la pena ricordare che è vero che un Santo può soffrire molte volte la malattia di un suo devoto. Mio padre infatti era solito ammalarsi senza previe avvisaglie, e la sua sofferenza durante quei momenti era davvero insopportabile da guardare, per gli altri. Lui poteva essere assalito da stati febbrili terribili, o da graffi sul viso. E quando quel periodo di sofferenza terminava, appena l’attimo dopo sembrava stare benissimo, e si comportava come se non fosse stato affetto da alcun male.
Mia madre aveva addirittura assistito a quando mio padre vomitava fino a riempire un’intera busta di spazzatura, ma senza che avesse mangiato molto cibo.
Io stesso ho più volte assistito a dei malanni che lo attanagliavano e a talmente tanta sofferenza che sembrava presagirne la morte. Ma, il minuto dopo, vedevo che stava completamente bene.
In alcuna di queste occasioni, lui mi disse che avrebbe conosciuto il momento della sua morte, in un tempo sufficientemente anticipato rispetto alla morte stessa.
Nel 1988 fu ricoverato all’Ospedale Prayag. Lui disse al dottore che nessun tentativo di salvarlo avrebbe potuto funzionare. Andò in coma per svariato tempo, e io stesso non potei vederlo. Lui disse pure alle persone che lo accudivano di non angosciarmi con il resoconto sulle sue condizioni di salute, giacché al tempo mi trovavo in Nuova Zelanda.
In realtà, durante uno dei malesseri di mio padre, io mi lasciai trascinare molto dal punto di vista emotivo. Questo accadde appena dopo aver ricevuto il mio diploma di Master in Ingegneria, e dopo che mi fui spostato dall’area ovest del Bengali a Mumbai, per lavorare.
Come accennato prima (vedi “La sua famiglia”), io osservavo il celibato, che è durato per alcuni anni dei miei studi di Ingegneria. Dunque, nessuno aveva mai accennato a un mio possibile matrimonio, sebbene fossi considerato quale un buon candidato.
Stavo quindi lavorando a Mumbai, ma andai in visita a Pune per un breve periodo. Notai quindi che mio padre stava così male da sembrare moribondo. Dunque, mi passò un pensiero per la testa, e cioè che forse avrei dovuto sposarmi, dato che ero l’unico figlio maschio dei miei genitori. Ma, non avevo osato parlarne apertamente. Scrissi quindi una breve lettera a mio padre, in cui gli dicevo di
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