Page 7 - My Father-Final Italian
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La sua evoluzione Spirituale.
Considero un privilegio essere nato in una famiglia in cui nacque una persona come Vinayak.
Il nonno, Bajirao, era una persona santa. La sua storia è stata affrontata all’inizio di questo libro (cfr. “La sua infanzia”). Esisteva una tradizione nelle famiglie di quel tempo, che consisteva nel visitare il tempio di Pandharpur durante il periodo dei “primi otto giorni di Ekadashi”. Comunque, uno degli antenati di mio padre aveva trovato una statua di Vitthal (la divinità del tempio di Pandharpur) nella sua fattoria. Vitthal gli apparve dunque in sogno, asserendo che da quel momento in poi non sarebbe dovuto esser fatto più nessun pellegrinaggio a Pandharpur. Ma uno dei suoi successori disobbedì a questa statuizione, e dal quel momento non nacque più nessun maschio in quella famiglia, così da terminare l’albero genealogico.
I genitori di Vinayak non riuscivano quindi ad avere un maschio, pur avendoci provato molte volte. Quindi, suo padre Rajam venne convocato dal nonno Bajirao che gli consigliò di fare delle letture cicliche di Shree Guruchantra (conosciuto come Parayana nella lingua Marathi) quale pratica tapas (che significa austerità) per avere un figlio.
Rajam fece queste letture regolarmente per cinque anni. Diedero alla luce Vinayak, con grande gioia di tutta la famiglia. Il fatto che sarebbe diventato un Santo in futuro fu predetto da Bajirao al momento della sua morte. Questa storia è già stata narrata all’inizio di questo libro (vedi “La sua infanzia”).
La perdita di sua madre in giovane età deve aver contribuito a rendere Vinayak molto introverso, sebbene poco sia conosciuto riguardo la sua infanzia. Io osservavo spesso come gli occhi di mio padre fossero molto luminosi e penetranti, tanto che sembrava conoscerti non appena ti guardava. Mia madre una volta mi disse che durante i primi anni della loro vita matrimoniale mio padre era capace di muovere una porta soltanto guardandola. Ma, allo stesso tempo, c’era anche qualcosa di molto introverso nei suoi occhi. Nonostante io non abbia mai avuto poteri come quelli di mio padre, comunque potevo comprenderli. Questo, perché quando ero uno studente alla facoltà di Ingegneria, praticai un celibato molto rigido per un po’ di tempo, e durante quel periodo i miei occhi divennero così taglienti che il mio professore in classe mi disse che stavo spaccando la lavagna col mio sguardo.
Mio padre era estremamente paziente quando si trattava di superare disagi. Era capace di vivere con una piccola quantità di cibo; era capace di sopportare la febbre alta e forti dolori. Ho assistito così tante volte a tali infermità che non mi preoccupavo più nemmeno quando lui sembrava fosse vicino alla morte a causa di malanni molto gravi. Mia madre me lo ripeteva molte volte, ed anche lui stesso lo diceva qualche volta, che si prendeva i malesseri degli altri, per aiutarli. Solo un Santo può riuscire a fare queste cose! Io attribuisco quella tolleranza ai disagi tipica di mio padre, a quel ragazzo solitario che ha dovuto lavorare duro per riuscire a sopravvivere e a studiare nel mezzo della città di Mumbai, oltre che ovviamente al suo amore spassionato per gli altri.
Dopo che aveva tentato di togliersi la vita, e dopo l’apparizione sulla scena dello Yogi, mio padre ha sviluppato una intensa spiritualità. Lui cominciò a leggere la ben conosciuta Scrittura chiamata Shree Guru Charitra mentre osservava un rigido celibato. Durante questo periodo, lui lavorava anche in una fabbrica di abiti di Mumbai. Era pure solito leggere la Ramayana e la Mahabharata ai suoi colleghi di lavoro. Comunque, a me non ha mai raccontato alcuna storia tratta da queste due epopee.
Mia madre era solita narrarmi le storie della Mahabharata. Lei era molto brava a raccontare storie, e quelle erano solite farmi piangere. Ricordo chiaramente i miei pianti, quando mi raccontava la storia di Sudama, il povero amico di Shree Krishna. Mi ero addirittura fatto un’idea di quale potesse essere l’aspetto di Sudama, e adesso ricordo che mi appariva come un giornalaio di strada coi pantaloni corti!
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