Page 20 - My Father-Final Italian
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Quando Shree Krishnanatha Maharaj, il Guru spirituale di mio padre, giungeva alla fine della sua vita, chiamò a raccolta i suoi principali discepoli, dandogli un indirizzo per gli eventi futuri.
Nei suoi ultimi attimi di vita, domandò a mio padre cosa avrebbe fatto per il suo Guru, dopo che questi avesse lasciato il suo corpo. Mio padre gli rispose che dopo la morte di Krishnanatha Maharaj, lui avrebbe trascorso la maggior parte del suo tempo con gli oppressi e le persone sofferenti, e li avrebbe trattati come sé stesso. Dopo aver ascoltato una tale risposta, Krishnanatha Maharaj abbracciò mio padre e gli disse che così, la sua vita sarebbe stata spesa bene.
Vi ho fornito una testimonianza sul fatto che la maggior parte dei devoti di mio padre rientrasse in quelle categorie.
Centinaia di oppressi visitavano la nostra casa, e ne traevano beneficio grazie alle benedizioni di mio padre. Lui non gli mostrava mai alcuna riluttanza. Alcune volte mia madre era in un certo qual modo frustrata da tali eventi. Ma lei conosceva bene la condizione di mio padre, e dunque la sua frustrazione era solo momentanea e superficiale.
Miracolo a cui ho assistito personalmente: mio padre era insegnante alla scuola di Santa Ornella al tempo. Era solito correggere i quaderni dei compiti fino a tarda notte dopo cena.
Una volta, mentre li correggeva, mi misi a sedergli vicino. Anche mia sorella Manda era presente. Ci chiese se volevamo del dolce Pedha. Gli rispondemmo subito di si.
Dunque, giunse i palmi delle sue mani difronte la foto di Krishnanatha Maharaj sul muro opposto. E dopo aver innalzato le mani verso la foto, un piccolo Pedha atterrò sui suoi palmi, e lo diede a noi. Era molto gustoso, senza dubbio. La cosa interessante è che noi sentivamo che per lui era assolutamente normale fare queste cose. Ora posso capire come lui avesse il potere descritto nelle Scritture dello Yoga. Questo evento è ancora oggi vivido nei miei ricordi.
Durante i miei studi ingegneristici a Kharagpur, circa milleottocento chilometri distante da Pune, ero solito fare visita alla mia famiglia tre volte l’anno. Durante quei giorni, non c’era alcuna possibilità di comunicare con la mia famiglia; non c’erano telefoni o internet. Si poteva comunicare solo per posta, e ci volevano approssimativamente due settimane perché una lettera giungesse a destinazione. In una occasione, raggiunsi Pune senza aver previamente avvisato la mia famiglia. Come ebbi raggiunto casa, mia madre aprì la porta e fu estasiata nel vedermi. Mio padre si svegliò dal suo riposino e si mise a sedere sul letto che era solito occupare al tempo.
Mia madre era in cucina che parlava con la signora Gujarathi. Allora non conoscevo questa donna. Quando mi fui lavato i piedi e andai a sedere in cucina per bere del tè fatto da mia madre, me la presentò. Lei appariva molto semplice e poco istruita. Solo in seguito appresi che la signora era sposata, ma che il marito l’aveva lasciata. La signora era molto spirituale e aveva pure dei poteri spirituali. Lei considerava mio padre come suo fratello maggiore, e prendeva alcune benedizioni o indicazioni da mio padre. Comunque, mia madre chiese a quella signora se avesse voluto darmi le sue benedizioni. Non sapevo cosa poteva significare.
A tale richiesta, la donna lavò i suoi piedi e si alzò davanti ad un piccolo santuario della cucina. Chiuse gli occhi e recitò qualche preghiera. Quindi, sollevò i palmi verso il santuario.
Con mio grande stupore, un raggio di polvere rossa chiamata Kumkum viaggiò dal santuario verso i suoi palmi, e vi si posò sopra, in una buona quantità. Dopo pochi minuti, lei aprì la bocca, e mia madre ci mise dentro uno stoppino acceso preso dal Niranjan (lampada ad olio con uno stoppino che brucia). Lei chiuse la bocca e istantaneamente riaprì gli occhi tornando ad uno stato cosciente. Fui entusiasta di questo evento. Ero uno studente di Ingegneria, e non ho dubbi su ciò che ho visto.
Lei mi donò quella polvere come benedizione. Ho conservato quella polvere con me fino ad adesso. Quella donna era lì per dei consigli o delle benedizioni, ma non ho mai saputo quale fosse il suo vero problema.
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