Page 21 - My Father-Final Italian
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La sua vita spirituale.
Il tema della nascita di mio padre e della sua educazione è stato ampiamente trattato precedentemente (cfr. “La sua infanzia”). Terminati i suoi studi, era stato portato nel suo paese natale a causa di un grave malanno. Poco tempo dopo sposò Sumati.
Abbiamo già raccontato di quando un Sanyasi Yogi lo avesse toccato quando era sulla spiaggia e stava per suicidarsi. Da quel momento in poi, cominciò a praticare la spiritualità per conto suo. Era sicuramente molto intensa, ma tutti i dettagli di tale pratica non sono a disposizione, un po’ a causa della tendenza di mio padre a evitare la popolarità. Sappiamo però che leggeva molte volte la scrittura di Gurucharitra, aveva osservato il celibato per lungo tempo, aveva sviluppato dei poteri spirituali ed era anche molto compassionevole verso la comunità dei sofferenti.
Inizialmente, era devoto a Shree Vishnu e Shree Dattatreya. Ma, dopo aver incontrato Krishnanatha Maharaj divenne devoto di Shirdi Saibaba.
Vi parlerò, quindi, del suo incontro con Krishnanatha Maharaj.
Mio padre allora aveva circa 33 anni. Aveva già una figlia, cioè mia sorella maggiore. Era un insegnante di scuola, ma faceva anche lezioni private per arrotondare il suo stipendio.
Viveva in un piccolo appartamento molto vicino a Pune. Sono stato davvero fortunato a poter visitare quel posto in seguito, nel corso di una delle mie visite in India, dagli USA. Ho fatto dei video e delle foto. Il posto attualmente già deve esser stato demolito. Lui viveva lì, in un appartamento davvero molto piccolo, dove bagno e soggiorno avevano in tutto una superficie di dieci piedi per dieci. C’era un piccolo salotto separato da questa stanza. E c’era anche una stanza al piano superiore adiacente al tetto, e alla quale si accedeva da una scala estremamente pericolante. Mio padre era solito fare alcune pratiche spirituali in quella soffitta. A quei tempi, lui era il tutor di una ragazza di nome Kusum, unica figlia del sig. Paradeshi, un avvocato.
Quella famiglia era formata dalla ragazza, i genitori e la nonna paterna. Espressero il desiderio di poter donare un fratello alla ragazza, ma sembrava non ci fossero possibilità.
Anche gli astrologi avevano indicato l’assenza di un figlio nella loro vita di coppia.
Mio padre faceva regolarmente lezioni private a quella ragazza.
Un giorno, un astrologo di grande fama venne in visita a Pune, e il sig. Paradeshi volle incontrarlo, sempre per la questione sulla possibilità di avere un figlio.
La madre dell’avvocato si rivolse a mio padre, chiedendogli di accompagnare il sig. Paradeshi a quella visita astrologica. Mio padre gli consigliò che avrebbero dovuto pregare Dio per poter avere un figlio, invece di andare a far visita a qualche persona.
L’avvocato disse a mio padre che già aveva pregato molto e in molti modi, e di aver pure fatto molti rituali, ma senza sortire alcun effetto.
Mio padre gli suggerì di leggere la scrittura dei Navanatha in maniera austera, e con particolari osservanze, per nove volte complessivamente. Queste osservanze erano impossibili, considerato lo stato di salute e il lavoro del sig. Paradeshi. Mio padre disse anche completata la nona ripetizione, uno Yogi avrebbe benedetto la sua famiglia con l’arrivo di un figlio.
L’avvocato iniziò questa pratica, e fu sorpreso nel vedere come tutti gli ostacoli nel fare quella lettura scomparivano come per miracolo. (Vedi Foto 12 – La casa di mio padre nel 1939).
Dopo aver completato la nona lettura promessa, la famiglia dell’avvocato fece una piccola celebrazione con un rituale.
Quella notte, qualcuno bussò alla porta alle 11.
Questo evento accadeva nel 1939, quando era davvero raro trattenersi fuori casa dopo le 8 di sera. Aprendo la porta, il sig. Paradeshi vide uno Yogi con lunghi e ingarbugliati capelli e con la barba. Lo Yogi disse che qualcuno lo aveva già avvisato del suo arrivo.
L’avvocato ovviamente ricordò le parole di mio padre.
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