Page 24 - My Father-Final Italian
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Immediatamente, le ceneri apparvero nei suoi palmi. Quando le ceneri furono riposte nel pozzo secco, zampilli di acqua fredda iniziarono a venire su. Questo aiutò anche la comunità vicina.
Il sig. Limaye documentò questa esperienza con mio padre scrivendola in un quaderno.
Questo, includendo anche la loro visita a Bagalkot e a Vijapur (vedi Foto 17 e 18 – Il diario del sig. Limaye sulle sue esperienze con mio padre).
Un impiegato che lavorava nelle forze armate dell’India, allora sotto il Governo britannico, dal nome P. G. Natu, era economicamente molto povero, ma era estremamente forte nel raggiungimento dei suoi obiettivi spirituali. Era andato in pellegrinaggio a Badari Narayana, sull’Himalaya, senza avere alcun possedimento. Badari Narayana è considerata una delle sedi di Shree Vishnu. Lui aveva anche un figlio piccolo e viveva a molte miglia di distanza da Pune, dove tutti i giovedì avevano luogo le preghiere Arati. Quando il suo Guru ufficiale, Dattananda Maharaj, ebbe raggiunto il Samadhi, chiese espressamente al suo discepolo, il sig. Natu, di far visita a Vinayak Kulkarni, mio padre, per avere una guida.
Il sig. Natu era solito percorrere grandi distanze a piedi per presenziare alle preghiere del giovedì. Era frustrato dalla vita materiale, e aveva preso la decisione di scappare sull’Himalaya per portare a termine le sue pratiche spirituali.
Aveva anche rassegnato le sue dimissioni dal lavoro.
Quando giunse in visita a mio padre durante le preghiere del giovedì, in quello stato di cose, mio padre gli chiese di attendere fino alla fine delle preghiere.
Dopo le preghiere, mio padre disse al sig. Natu di non scappare sull’Himalaya. Il sig. Natu rispose a mio padre di aver già rassegnato le sue dimissioni dal lavoro.
Mio padre aggiunse quindi di non doversi preoccupare per le sue dimissioni.
Accadde quindi che le sue dimissioni non furono accettate, e il sig. Natu poté quindi continuare a stare con la sua famiglia.
Successivamente, ebbe un secondo figlio, e progredì sia materialmente che spiritualmente.
Fece visita a mio padre per almeno cinquant’anni, e mi aiutò parecchie volte nel corso dei miei studi. La sua visita, al tempo del mio matrimonio combinato è stata già descritta in precedenza (cfr. “La sua famiglia”).
Ho incontrato il sig. Natu parecchie volte durante la mia vita, incluso il periodo successivo alla morte di mio padre. Lui era sempre lieto di incontrarmi, e mi dava sempre dei consigli molto utili riguardanti la pratica spirituale, in quasi ogni nostro incontro.
Il figlio maggiore del sig. Natu mi raccontò poi che il padre ricordò il suo Guru nel momento in cui lasciò questa vita.
Il figlio più grande del sig. Natu aveva una tipografia, e molti dei miei libri sono stati stampati lì. (Vedi Foto 19 – Il sig. Natu).
Mio padre stava lavorando come operaio nella fabbrica di incensi vicino il nostro appartamento, a un’età molto avanzata, e questo gli causò molte difficoltà. Durante quei giorni, una volta origliai mio padre mentre raccontava al sig. Natu che aveva completato un “crore” (dieci milioni) di Japa. Questo ha avuto un impatto molto rilevante sulla mia pratica spirituale.
Le preghiere del Giovedì erano tenute in un templio ove viveva un sacerdote, dal nome Jagannath Pujari. Quest’ultimo è la stessa persona che ci fece visita nel momento in cui fui selezionato per l’ammissione al prestigioso IIT già descritto precedentemente (cfr. “La sua vita familiare).
Mio padre per un certo periodo visse nel complesso dei grandi appartamenti posseduti da suo suocero a Shukrawar Peth.
La famiglia Khaladkar viveva nell’appartamento affianco al suo.
I Khaladkar erano rimasti colpiti dal temperamento calmo di mio padre, dall’abitudine di aiutare gli altri, e dalla sua devozione a Shirdi Saibaba.
La famiglia in questione era economicamente molto povera. Ambutai Khaladkar, la madre, cominciò a frequentare le preghiere Arati del giovedì. Il marito di Ambutai, Madhavarao, aveva un
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