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   no l’incontro con i sindacati e temporeggiano. Gli sciope-
   ranti riempiono rapidamente le strade della cittadina sici-
   liana, innalzano blocchi di pietre e paralizzano il traffico per
   attirare l’attenzione delle autorità che invitano il sindaco
   socialista ad intervenire per sedare gli animi e rimuovere i
   blocchi, ma il primo cittadino si schiera con i braccianti. La
   polizia, in tutta risposta, dispiega centinaia di uomini che
   armati di tutto punto giungono ad Avola e qui comincia-
   no i primi lanci di pietre dei manifestanti a cui gli agenti
   reagiscono con un fitto lancio di bombe lacrimogene, ma
   il gas, a causa del vento contrario, investe gli stessi poli-
   ziotti i quali, frastornati  e temendo di essere sopraffatti,
   cominciano a sparare sulla folla, ferendo mortalmente due
   dimostranti, Giuseppe Scibilia e Angelo Sigona. L’indomani
   sul campo di battaglia verranno raccolti due chili di bos-
   soli. Il ministro del lavoro Giacomo Brodolini, in occasione
   di una visita ad Avola nel gennaio del ’69, annuncia l’im-
   minente stesura dello Statuto dei Lavoratori, mentre Vito
   Scalia, segretario confederale della CISL e siciliano, affer-
   ma  in  un’intervista:  «Sono  costretto  a  ricordare  di  aver
   chiesto già da molto tempo e precisamente all’indomani
   dei tristi fatti di Ceccano, la creazione di speciali reparti di
   polizia del lavoro privi di armi e dotati soltanto dei normali
   mezzi di sfollamento. . Come tutta conseguenza, venni ad-
   ditato a una specie di linciaggio morale da parte del Pae-
   se; ma se quella proposta fosse stata accolta, oggi non si
   piangerebbe sulle spoglie di molti innocenti e sulle ferite
   di tutti i lavoratori». L’anno successivo l’attenzione si spo-
   sta a Battipaglia, in provincia di Salerno, dove la maggior
   parte della popolazione è occupata nell’agricoltura e nelle
   industrie di trasformazione. A causa della crisi economica
   del settore, il 9 aprile la SAIM (Società agricola industria-
   le del Mezzogiorno) decide di chiudere due aziende stori-
   che, lo zuccherificio e il tabacchificio, nelle quali è occupata
   la metà degli abitanti della cittadina salernitana. La sera
   dell’8 aprile. Il consiglio comunale indice una manifestazio-
   ne per l’indomani, mentre il sindaco e una ristretta delega-
   zione si sarebbero dovuti recare a Roma per ricercare una
   soluzione con il governo. Già dalle prime ore del mattino
   del 9 aprile, i primi manifestanti si radunano per le strade
   già bloccate dalle forze dell’ordine, decisi a raggiungere la
   stazione ferroviaria presidiata dalla polizia. Dalla questu-
   ra arriva l’ordine di sgomberare i blocchi ai binari per evi-
   tare la paralisi e l’isolamento del Mezzogiorno. Nel tardo
   pomeriggio il corteo si incanala verso il commissariato nel
   quale sono asserragliati centinaia di poliziotti e carabinieri
   che iniziano a sparare sula folla, uccidendo Teresa Ricciar-
   di, giovane insegnate che seguiva gli scontri dal balcone
   di casa e Carmine Citro, studente diciannovenne. Fra Cec-
   cano e Avola erano passati sei anni, fra Avola e Battipa-
   glia sei mesi e mezzo: un unico filo rosso che lega la ten-
   sione sociale crescente nel Paese e in particolare nel Sud,
   un unico grido di lotta e di riscatto represso nel sangue.

                                              Leopoldo Daniele
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