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       LA QUESTIONE MERIDIONALE NEGLI ANNI SESSANTA


    TRA RIFORME E CONTESTAZIONI. I FATTI DI CECCANO,

                                  DI AVOLA E BATTIPAGLIA.


   Gli anni Sessanta si aprono dal punto di vista politico nel  premio, ma l’azienda continua a temporeggiare. Dopo in-
   segno di un cambiamento inedito, nella cornice di un boom  numerevoli e vani tentativi per finalizzare l’accordo, il 25
   economico  che,  tranne  qualche  crisi  di  assestamento,  si  aprile comincia lo sciopero delle maestranze che sin da su-
   protrae fino alla fine degli anni Settanta. Nel 1963 nasce  bito  presenta  qualche  difficoltà  perché  cinquantaquattro
   il  primo  governo  di  centro-sinistra con la  partecipazione  operai non aderiscono e continuano a lavorare, restando
   dei socialisti; un partito di sinistra torna al potere insieme  giorno e notte all’interno dello stabilimento. Inoltre vengo-
   alla DC, dopo la lunga stagione del centrismo. Un decen-   no assunti altri sei operai che, insieme a quelli già presenti
   nio che comincia dunque sotto i migliori auspici dal pun-  nelle officine, garantiscono una seppur minima continuità
   to di vista politico-economico, ma anche sindacale, con il  produttiva. La tensione sale, le forze dell’ordine devono fa-
   graduale superamento delle contrapposizioni e l’inizio di  ticare non poco per presidiare i cancelli, agevolando l’in-
   una distensione che porta a nuove convergenze. Sono anni  gresso degli automezzi che trasportano il materiale per la
   che vedono cambiare il volto del Paese grazie all’aumento  produzione, ma gli operai resistono grazie anche al soste-
   dell’occupazione e dei consumi, con la partecipazione di-  gno dell’intera comunità di Ceccano e dell’intera provincia,
   retta dello Stato nell’economia attraverso l’IRI che diven-  fino a quel tragico 28 maggio. Proprio per permettere il
   ta uno dei gruppi industriali più forti. Mutano le relazioni  passaggio di un camion all’ingresso dello stabilimento, un
   industriali grazie al crescente coinvolgimento del sindaca-  gruppo di operai entra accidentalmente in contatto con i
   to nelle scelte di governo, come ad esempio la stipula dei  carabinieri che all’istante cominciano a colpire i lavoratori
   CCNL dei lavoratori dell’industria di Stato nel 1962 tra l’In-  e i dirigenti sindacali con i calci dei fucili e lanciano cande-
   tersind (l’organizzazione datoriale dell’industria pubblica)  lotti e lacrimogeni per facilitare lo sgombero del piazzale.
   con FIOM, FIM e UILM, trascinando in seguito anche Con-    La giornata si conclude con la morte di Luigi Mastrogiaco-
   findustria a sedersi al tavolo delle trattative con i sindacati.  mo, 44 anni, iscritto alla CISL, e il ferimento grave di altre
   Ma la spinta riformatrice della nuova compagine di Gover-  sette persone, epilogo di quarantuno giorni di lotta che tra-
   no presenta i suoi limiti, con il PSI unico soggetto politico in  sformano una vertenza aziendale di provincia in un fatto di
   grado di rappresentare la classe lavoratrice nell’esecutivo,  cronaca nazionale. Negli anni a seguire la conflittualità nel
   mentre avanza il tema dell’unità d’azione sindacale, consi-  mondo del lavoro si salda con le proteste del mondo stu-
   derato condizione fondamentale per una maggiore auto-      dentesco su cui svolgono un’importante influenza le azioni
   nomia rispetto ai partiti. Il miracolo economico nasconde,  contestatarie in ambito internazionale e sulle quali si sca-
   però, alcuni nodi irrisolti e una serie di contraddizioni do-  ricano tutte le contraddizioni del boom economico, dove
   vute anche alle persistenti differenze tra Nord e Sud, che  al rapido sviluppo non era seguita un’altrettanta crescita
   le condizioni macroeconomiche più favorevoli non riescono  dei salari. Le confederazioni sindacali cercano di incanala-
   comunque a sanare, che provocano una frattura all’interno  re le istanze e le rivendicazioni e iniziano contemporanea-
   della classe operaia ed evidenziano le condizioni dei lavo-  mente a convergere su posizioni unitarie in occasione della
   ratori ancora troppo gravose. Sin da questo momento si  vertenza per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici e
   prepara la strada alla grande mobilitazione di massa che  quella sull’abolizione delle gabbie salariali con la richiesta
   porterà, alla fine degli anni Sessanta, ai movimenti del ’68  di uniformare i salari su tutto il territorio nazionale, supe-
   e all’”autunno caldo”. Operai e contadini, soprattutto nel  rando  l’impianto  risalente  al  dopoguerra  che  prevedeva
   Mezzogiorno, cominciano a manifestare il proprio malcon-   una  differenziazione  salariale  su  base  zonale.  Contrarie
   tento in un aspro conflitto di classe per la rivendicazione  all’abolizione sono Confindustria e Confagricoltura, soprat-
   di  migliori  condizioni  economiche  e  lavorative.  Nel  1962  tutto quest’ultima in occasione del rinnovo del Patto dei
   a  Ceccano  si  apre  una  vertenza  che  durerà  quarantuno  braccianti e salariati che sfocerà in un’ondata di scioperi. Il
   giorni e che si concluderà con la morte di un operaio del  2 dicembre 1968 ad Avola, in provincia di Siracusa, i brac-
   Saponificio Annunziata durante gli scontri con la polizia. Il  cianti  agricoli  intraprendono  una  grande  azione  unitaria
   saponificio in quel periodo raddoppia la produzione e il fat-  per ottenere un aumento salariale, ma soprattutto il rico-
   turato e proprio per questo le organizzazioni sindacali, nel  noscimento della parità retributiva tra addetti allo stesso
   settembre del 1961, raggiungono un accordo con i vertici  lavoro in zone diverse della stessa provincia. Trentaduemi-
   aziendali per l’erogazione del premio di produzione. La ver-  la lavoratori incrociano le braccia durante la stagione della
   tenza sembra conclusa, manca solo da stabilire l’entità del  raccolta delle arance, ma i proprietari non cedono, rifiuta
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