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particolare l’area Napoli-Caserta la cui vita politica viene interpretata alla luce di un particolare sistema politico – il sistema meridionale – che agisce nell’ambito di un più vasto sistema nazionale. «Il fondamento del sistema meridionale è da ricercare nell’incoerenza esistente, nel Sud, fra le norme della Gesellshaft, proprie del sistema statale, e i valori della società locale, ispirati a quelli della Gemeinschaft all’epoca dell’unificazione» (1975, p. 405). Un elemento estremamente importante dei rapporti sociali di tipo verticale che caratte- rizzano la Gemeinschaft sono i vincoli familiari3. I vincoli verticali non si limitano a quelli familiari ma proprio le so- cietà di transizione come quelle meridionali si caratterizzano per il rapporto patrono-cliente che ha a suo fondamento il “boss” politico e/o un apparato politico. P. Allum analizza tale rapporto nel caso della Napoli degli anni ’50 e ’60. Il modello di organizzazione politica che prevale è così descritto: «Il boss o capo-rione politico è un imprenditore della politica, che organizza intorno a sé una clientela4. Prospera in una società urbana non industrializzata, formata da una massa di elementi marginali che non costituiscono ancora un pro- letariato dotato di coscienza. Poiché si tratta di una massa di individui incapaci di organizzarsi, è il capo a organizzarli in un apparato o macchina politica. Non potendo contare sui legami politici tradizionali per assicurarsi la fedeltà di queste persone il “boss” deve ottenere per loro favori e profitti» (Al- lum, 1973, p. 15). In tali società, dominate dalla mancanza di risorse economiche, la principale fonte di ricchezza è l’erario
3. Questo tipo di rapporti era già stato analizzato nel 1958 da Banfield con riferimento al villaggio di Montegrano. L’autore trova che tutti coloro che sono all’esterno della famiglia sono ritenuti potenzialmente nemici (familismo amo- rale) e ciò è certamente un ostacolo allo sviluppo dei fenomeni associativi che sono un elemento fondamentale della società civile. D’altronde sono proprio i vincoli familiari alla base delle organizzazioni criminali (Gribaudi, 2009).
4. Lo studio classico del fenomeno clientelistico è quello di W.F. Whyte, Street corner society. The social structure of an Italian Slum, Chicago University Press, 1955. Si veda anche J.C. Scott, Patron-client politics and political change in South East Asia, in «The American Political Science Review», LXVI (1972), n. 1, p. 93.































































































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