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5. Criminalità organizzata in Campania e i suoi effetti sull’organizzazione politica
Fino agli anni ’70 la camorra cittadina si era concentrata sulle tipiche attività illegali della criminalità organizzata (prostituzione, contrabbando di sigarette, racket, estorsioni, lotto clandestino) mentre la camorra della provincia si era dedicata all’intermediazione commerciale dei prodotti ali- mentari. Nonostante esistessero collusioni con la pubblica amministrazione e la politica l’influenza della camorra sulla organizzazione politica e sulla struttura economica era molto modesta.
Negli anni ’70 si espande il contrabbando di sigarette che diviene la più profittevole attività illegale della criminalità organizzata (Sciarrone, 1998). La chiusura del porto franco di Tangeri (1959) comportò lo spostamento nella zona na- poletana di buona parte del contrabbando di sigarette per il mercato nazionale e internazionale (Guarino 2009). Proprio in questi anni si rafforzarono i rapporti fra la mafia, più ricca e organizzata, e gruppi locali campani. Tali accordi furono favoriti oltre che dall’importanza strategica del mercato cam- pano anche dai legami che si erano stabiliti negli anni ’60 con l’assegnazione al domicilio coatto degli “indesiderabili” della mafia in 25 comuni del napoletano. Si parla di “mafizzazio- ne” della camorra. In particolare il periodo 1974-79 vede una struttura accentrata di tipo oligopolistico fra trafficanti sicilia- ni e campani. Dopo il 1979 emergono gruppi locali desiderosi di affrancarsi da questa sudditanza. Nel 1979 inizia lo scontro fra Raffaele Cutolo che tenta di fondare una organizzazione indipendente dalle cosche siciliane, la NCO Nuova Camorra Organizzata, e la Nuova Famiglia un cartello che riuniva i clan cittadini e della provincia contrari a tale progetto e di fatto collegati a Cosa Nostra. La sconfitta della NCO del 1983 favorisce il rafforzarsi dei legami, su un piano di parità, fra clan della Nuova Famiglia ed esponenti della Mafia, ma all’in- terno dell ’alleanza vincente si scatena una guerra fra il clan Nuvoletta di Marano e quello di Bardellino capostitipe dei