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che nel 2016 tende a riprodurre una netta divaricazione tra regioni del Centro-Nord e del Sud. Con Sicilia e Campania nella posizione di fanalino di coda, rispettivamente con il 42% e il 35,5% dei residenti che sono a rischio povertà. La media nazionale è, per contro, poco meno del 20%, con un campo di variazione che va dai 34 punti del Mezzogiorno agli 11 del Nord, passando per i 16 del Centro (fanno eccezione Liguria e Umbria rispettivamente al 16% e al 18%). Il rischio di depriva- zione materiale e di vulnerabilità economica personale e delle famiglie si aggrava se si guarda anche alla deprivazione cul- turale che si è pensato di valutare selezionando un indicatore estremo costituito dalla presenza di giovani che né studiano né lavorano o sono coinvolti in percorsi formativi (calcolati per 100 persone tra i 15 e i 29 anni). Anche la distribuzione del fenomeno dei Neet tende ad allontanare il Sud dalle altre regioni, anche se in questo caso le regioni con valori positivi rispetto alla media nazionale o di area sono solo due (Tren- tino e Friuli). La media per le ragioni meridionali è, invece, del 35% di giovani tra i 15 e i 29 anni caduti nella trappola dell’esclusione, contro i 21,5% del Centro e i 18,4% del Nord. Le regioni dove l’area della marginalità sociale e culturale è più estesa sono la Calabria (con circa il 40%) e la Sicilia (con circa il 39%). Il dualismo, invece, quasi scompare se passiamo a considerare il terzo indicatore relativo alla percezione di sicurezza. Iniziamo con il dire che il senso sicurezza si pre- senta uniforme a livello nazionale. Riguarda il 60,6% degli italiani, con uno scarto minimo nelle tre aree geografiche del Paese (61,1 nel Mezzogiorno; 60,6 nel Centro; 60,2 nel Nord). Si tratta, quindi, di un fattore non riconducibile a divari strutturali o di lungo periodo, come hanno mostrato altre ricerche è un fattore sensibile alla congiuntura. L’esame della distribuzione regionale è, poi, ancora più eloquente se si considera che la paura di camminare al buio è più marcata in Lombardia e Emilia Romagna, con valori simili a quelli della Calabria e della Campania (tutti dati compresi tra il 55- 56%). Si può discutere se tale percezione abbia basi oggettive o meno, la riduzione dei tassi di omicidio e di rapina lascerebbe