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La basi teoriche dell’intervento straordinario 173
le, in particolare a partire dall’ultima decade del XIX secolo avevano vissuto la progressive era, caratterizzata da una spin- ta riformista, democratica, moralizzatrice e in certa misura solidarista. La TVA andava a innestarsi in un contesto in cui i valori democratici, le formazioni sociali locali e il livello di governo federale erano tutte realtà ben presenti e vivaci.
Nel Mezzogiorno, invece, dopo l’unificazione il percorso di estensione dell’elettorato attivo fu graduale, pervenendo al suffragio universale maschile solo alla vigilia della Grande Guerra. Richieste dal basso come quelle di riforma agraria o di miglioramento delle condizioni lavorative, formulate tra gli altri dai Fasci siciliani, erano state trascurate o represse. Vi fu poi il ventennio fascista. Finita la seconda guerra mondiale, gli esiti delle primissime esperienze elettorali erano difficili da prevedere e decifrare2. Inoltre, nel 1950 mancavano le regioni a statuto ordinario (che verranno istituite solo nel 1970), e anche le regioni siciliana e sarda muovevano i primi passi.
Altre notevoli differenze, che vedremo meglio nei para- grafi che seguono – sia pure in estrema sintesi, e soprattutto con riferimento alla fase iniziale della vita dei due organismi, dal momento che la sede e lo spazio escludono trattazioni approfondite –, riguardavano le competenze, il raggio d’a- zione, le modalità di finanziamento, nonché l’effettivo fun- zionamento, i risultati concretamente raggiunti, la durata.
Non vanno, d’altro canto, sottaciuti alcuni tratti comuni. In particolare uno, vale a dire una certa configurazione isti- tuzionale, è quello che a mio avviso spiega il successo delle due esperienze (sia pure di entità e durata differenti, e limitato ai primi 25 anni di vita per quanto riguarda la Cassa). Mi riferisco a un certo isolamento dal ciclo politico-elettorale (lo vedremo scolpito più avanti da Lilienthal), che costituisce la precondizione per evitare o quantomeno limitare la deriva distributiva e il particolarismo (localista, ma non solo) cui
2. Si pensi alla netta differenza tra Nord e Sud manifestatasi nel referendum sulla monarchia del 2 giugno 1946, ma anche al Blocco del Popolo, partito di maggioranza relativa nelle elezioni regionali siciliane dell’anno successivo.