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L’investimento in infrastrutture 197
sviluppo economico di una regione. Altre agenzie regionali furono create in seguito, negli anni sessanta, nell’ambito del progetto della Grande Società del presidente Johnson, come la Commissione Regionale Appalachiana.
Come questo breve resoconto storico dimostra, il governo federale ha creato poche istituzioni regionali capaci di riunire più Stati per generare sviluppo economico. Per di più, l’attività di investimento, a livello federale come statale, non ha mai toccato i settori industriale e commerciale dell’economia. Il governo federale non possiede settori industriali come ad esempio l’ac- ciaio, le ferrovie o le manifatture. Queste sono attività appan- naggio del settore privato. Il settore pubblico si concentra quasi esclusivamente sulla regolazione economica: politica monetaria (gestita dalla Banca Centrale) e politica fiscale (tasse e spesa pubblica di competenza del governo federale) e solo raramente sulla capacità produttiva. La maggior parte della spesa pubblica consiste nell’erogazione di servizi (assistenza, sanità) e nella costruzione di infrastrutture (autostrade, ponti, porti e fiumi) oltre ovviamente alle spese per la difesa nazionale.
2. Lo spazio della politica fiscale
Per quanto le città sopportino una considerevole responsabi- lità nel pianificare, progettare e finanziare i loro investimenti in infrastrutture, non tutte si impegnano in queste attività alla stessa maniera. Il comportamento fiscale delle città è vinco- lato da una serie di fattori che vanno presi in considerazione quando dobbiamo valutare i loro investimenti in infrastrut- ture. In precedenti lavori, insieme ad altri colleghi, abbiamo elencato questi vincoli che le municipalità affrontano nel loro comportamento fiscale. Lo strumento analitico denominato FPS (Fiscal Policy Space)5 è un ampliamento dello IAD (Insti-
5. M.A. Pagano, C.W. Hoene, States and the fiscal policy space of cities, in M. Bell, D. Brunori, J. Youngman (Eds.), The Property Tax and Local Autonomy, Lincoln Institute of Land Policy, Cambridge 2010), pp. 243-278.





























































































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