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Il programma di coesione 243
ha caratterizzato fin dal suo inizio i programmi della politica di Coesione rispetto a quelli dell’Agenda di Lisbona.
3.1 L’evoluzione dell’Agenda di Lisbona
L’analisi dei documenti della UE degli anni novanta che trat- tano dell’impatto socio-economico del Mercato Unico sui territori e delle altre sue sfide, dimostra che la strategia di Li- sbona non iniziò necessariamente dall’accordo di Lisbona che gli Stati membri firmarono nel 2000. Infatti, il Libro Bianco del 1993 della Commissione (CEC, 1993) – Growth, Compe- titiveness, Employment: The Challenges and Ways Forward into the 21st Century3 – già nel suo titolo aveva identificato tre obiettivi fondamentali del Mercato Unico. L’importanza storica del Libro Bianco è nell’aver illustrato i tre obiettivi economici strategici del Mercato Unico mentre invece esso non identificava un ruolo in tal senso per la politica di Coe- sione e quindi non ne parlava in termini di uno strumento di intervento di politica economica importante per raggiungere i tre obiettivi. La politica di Coesione era menzionata nel Li- bro Bianco semplicemente con l’affermazione che si ritrova già nell’Atto Unico Europeo del 1986, vale a dire che essa doveva aiutare a «ristabilire l’equilibrio nello sviluppo del Mercato Unico per mezzo di politiche collegate di supporto nella visione della coesione economica e sociale».
Con coerenza, la politica di Coesione era invece men- zionata nel Libro Bianco nella sua dimensione di strumento importante per perseguire la finalità dell’inclusione, vale a dire per generare quei «meccanismi collettivi di solidarietà» da disegnarsi per alleviare le eventuali diseguaglianze tra regioni che potevano derivare da un processo accelerato di
3. La Commissione ebbe la richiesta dal Consiglio Europeo di Copenhagen di preparare il Libro Bianco «su una strategia di medio termine per la crescita, competitività ed occupazione», decisione che si era basata su una discussione approfondita tra gli Stati membri che aveva riguardato le debolezze delle economie europee (p. 9).